News Stefano!
Carnico, ventotto anni, si racconta in “Pecoranera”, che esce oggi per Marsilio Né città né consumismo: la scelta di un’esistenza frugale a contatto con la natura
di Massimiliano Santarossa
UDINE. «In questa nuova vita non ci sono domeniche. Le settimane non segnano più il passo. È la natura a scandire il tempo. Non dovremmo portare più orologi al polso, come cappi al collo».
A una prima lettura sembrerebbero le parole di un vecchio saggio dei boschi, un Mauro Corona magari in là con gli anni, forse anche pacificato, giunto a toccare quella pace interiore che tutti cerchiamo da sempre, oppure il Mario Rigoni Stern degli ultimi romanzi, dove le stagioni lente riempivano pagine memorabili.
Invece no. Quelle frasi appartengono a Devis Bonanni, un ragazzo che quando le pronunciò era poco più di ventenne, un giovane che aveva appena svoltato la curva dell’adolescenza per attaccare la salita dell’età adulta, uno che poteva benissimo essere alle prese con gli ultimi studi, e che invece aveva già fatto con coraggio la propria scelta di vita, una scelta di vita al limite, estrema per qualsiasi persona di qualsiasi età.
Sì perché Bonanni, autore dello splendido libro autobiograficoPecoranera (Marsilio), da tempo ha deciso di lasciare ogni comodità, ogni oggetto, ogni regola, ogni scelta imposta ma anche ogni pensiero legato alla modernità, per trasferirsi in un borgo isolato della nostra Carnia. Un ragazzo nato in Friuli e che oggi nelle montagne friulane trova protezione e rifugio.
Nel libro Bonanni svela tutto, dal primo istante in cui gli scocca la scintilla che un’altra vita è possibile fino alla realizzazione concreta di questo nuovo, alternativo e rivoluzionario cammino esistenziale. Nei primi periodi la scelta di trasformare la propria vita è solo un’aspirazione, un fuoco che nasce nell’anima del giovane. È la stessa identica “voce” che prima o poi invita tutti quanti noi a farci la domanda delle domande: non sarebbe meglio lasciare tutto e cambiare vita ritirandosi dalla città e dal sistema attuale? Ma lo sappiamo che tra il pensiero e un’azione così concreta la distanza è enorme, e in questo caso tutto è lastricato da difficoltà quotidiane d’ogni genere, dove solo il coraggio viene in soccorso, quel coraggio che fa affrontare innanzitutto le proprie paure e debolezze. Pecoranera non narra solo la poesia dei boschi, entra anche per diritto nella vera letteratura, quella che mette innanzitutto sulla pagina la complessità di certe vite e di certe scelte, una letteratura che spiega, avverte, mette in guardia, e solo dopo invita a provare.
Da quella grande domanda Bonanni, il Pecoranera della società come lo chiamavano anche gli amici, inizia la propria avventura. Dentro i capitoli del libro, strutturato quasi fosse un diario di storie, sentimenti e pensieri, scopriamo i suoi primi viaggi nella natura, la sua prima casa semplice e minima, il suo primo orto coltivato a generi primari, quelli indispensabili al sostentamento quotidiano, e settimana dopo settimana vediamo il protagonista riprendere intimità e contatto con i tempi che la natura pretende. Queste sono pagine preziose, che ci guidano dentro un autentico percorso di vita “altra”, di vita frugale come la chiama l’autore, a dimostrazione che una via diversa alla società dei consumi è possibile.
Quelle che racconta il giovane Bonanni sono storie di battaglie, dove le stagioni vengono caratterizzate da avventure e disavventure di ogni tipo, quelle che la natura presenta, quelle per l’esistenza e la sopravvivenza, episodi epici e alle volte tragicomici. Tra tutto spicca il suo amore per la terra e per i luoghi: «La mia montagna, la Carnia, perde la sua gente nel momento in cui la sua gente perde il significato di abitarla. (...) La Carnia ha sempre rappresentato, nel mio immaginario, un terzo genitore, padre e madre allo stesso tempo».
Ora Devis Bonanni dall’alto della sua Carnia lancia un messaggio a chi vuole ascoltare, il messaggio che un mondo diverso può esistere, un mondo più rispettoso e umano, basato sul valore della “decrescita felice”, dove la tradizione contadina e la sensibilità per l’ambiente possono contribuire anche al ripopolamento della montagna, dei borghi, di quei luoghi che pensiamo distanti ma che in fondo stanno dietro casa.
Mi viene da dire resisti, giovane Pecoranera: le montagne della Carnia sono abbastanza alte per far giungere lontana l’eco del tuo coraggio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Nessun commento:
Posta un commento