E’ possibile prevedere i terremoti in maniera certa utilizzando un metodo scientificamente provato? Il mondo degli studiosi è diviso su questo tema.
Sulla rivista specializzata ‘Focus’, nel numero del 13 aprile 2011, si affermava che “oggi i terremoti possono essere previsti solo statisticamente: analizzando la storia sismica di una determinata zona è cioè possibile stimare la probabilità che si verifichi un terremoto entro un certo intervallo di tempo- Nessuna certezza dunque per gli scienziati di Focus- Geofisica e statistica possono delle indicazioni sulle zone maggiormente esposte al rischio sismico, ma nessuno è in grado di stabilire il momento esatto in cui questo si manifesterà”. Dello stesso parere il sismologo rumeno Gheorghe Marmureanu, che riferendosi agli ultimi eventi sismici ha dichiarato che proprio il terremoto che ha colpito l’Indonesia lo scorso 11 aprile “dovrebbe rappresentare un evento che statisticamente ha tempi di ritorno di 500 anni in quella parte asiatica. Tuttavia dal 2004 si sono verificate tre grandi scosse superiori alla magnitudo 8 Richter, che non è normale, né spiegabile o prevedibile”
Di opinione opposta sismologi come Giampaolo Giuliani (diventato famoso per le sue presunte previsioni delle scosse che distrussero L’Aquila nel 2009), che sostiene che “i terremoti si possono prevedere. Il terremoto non è che un fenomeno fisico, quindi ha delle cause che lo producono. Studiando a fondo le cause che producono i terremoti, è possibile arrivare a prevederlo- E sottolinea- E’ quello che noi facciamo con la nostra ricerca sperimentale ormai da 11 anni, avvalorata anche dalle collaborazioni straniere che perseguono lo stesso scopo”.
Chi avrà ragione? Se lo chiedono anche gli abitanti dei Paesi che si affacciano tra l’Indiano e il Pacifico che sono stati allertati da alcuni famosi sismologi sulla possibilità che nei prossimi anni si verifichi un terremoto di entità simile a quello del 26 dicembre 2004, che provocò la morte di 230mila persone, con onde anomale alte diversi metri e che raggiunsero anche le coste africane e thailandesi.
Gli studiosi, infatti, ritengono che dopo quella scossa l’energia della faglia si stia scaricando in maniera violenta, con le tante scosse diverse che hanno caratterizzato questa zona negli ultimi anni e mesi. Questo continuo movimento di riassestamento potrebbe destabilizzare maggiormente la zona, e far scattare l’enorme quantità di energia che ancora è intrappolata nel sistema di faglie ai margini del lato ovest di Sumatra. I calcoli e le ricerche eseguite in questa zona, attraverso lo studio delle colonie di coralli, dal sismologo americano Kerry Sieh, direttore dell’Earth Observatory di Singapore, mostrano che le ultime scosse, e soprattutto quella dell’11 aprile, stanno accelerando l’arrivo del mega terremoto (la cui ciclicità finora dovrebbe essere stata ultrasecolare) che dovrebbe far smaltire alla faglia l’energia accumulata nei secoli.
Come si legge sul Corriere.it, in base alle ricostruzioni di Sieh vi furono due grandi eventi sismici gemelli nel 1393 e nel 1450. Adesso potrebbe accadere qualcosa di simile, il terremoto del 2004 potrebbe essere stato “il primo di una nuova doppietta”. E mentre il primo ha colpito il segmento settentrionale, il suo gemello potrebbe verificarsi più a sud.
Non tutti però la pensano in questo modo. Il dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Alessandro Amato, mette in guardia dai facili allarmismi. “Il rischio di un altro mega terremoto nella zona incombe- ha affermato- ma non sappiamo se potrà verificarsi fra 5 o fra 50 anni”. Qualcuno comunque corre ai ripari. Un forte terremoto potrebbe abbattersi sulla città di Padang, per cui per i suoi quasi 900mila abitanti sono state previste delle colline artificiali sui quali la gente potrà mettersi in salvo in caso di maremoti.
E se dal 2004 a oggi i sistemi di monitoraggio e allerta per maremoti sono migliorati notevolmente, qualcosa ancora non funziona. Ricordiamo, infatti, che soltanto 3 settimane fa la popolazione asiatica rimase paralizzata di fronte al sisma e al rischio di tsunami.
http://www.iljournal.it/2012/indonesia-la-terra-potrebbe-tremare-di-nuovo/336754
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