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I titoli falsi valevano più del doppio del debito pubblico dell'Italia. Probabilmente erano destinati ad un Paese emergente
Un maxisequestro quello mandato a segno dalla Procura di Potenza due settimana fa, che ha permesso ai carabinieri del Ros di scovare, in Svizzera, titoli di stato Usa falsi per un valore di 6mila miliardi di dollari: più del doppio dell’intero debito pubblico italiano.
I titoli erano contenuti in tre diverse casse, solo in apparenza di proprietà della Federal Reserve.
Dopo una settimana di esami sui titoli i carabinieri hanno però constatato la totale falsità dei titoli, che apparivano emessi dalla Banca Centrale americana nel 1934. L'inattendibilità dei titoli è stata accertata proprio dai funzionari della Federal Reserve, ma anche dal personale dell’Ambasciata Usa a Roma. Quando le tre casse sono state aperte, un investigatore dei Ros aveva dichiarato: "Questo è un risultato incredibilmente sorprendente, sia per l’enormità del valore dei titoli di stato falsi, sia per l’accurata manifattura delle tre casse".
Dalle indagini, che hanno portato oggi all'arresto di otto persone, è emerso che le casse erano state trasportate da Hong Kong a Zurigo nel gennaio del 2007, dove sono state prese in carico da una società fiduciaria elvetica. Tutti gli arresti sono stati eseguiti questa mattina, in Basilicata, Lazio, Piemonte e Lombardia. Le otto persone coinvolte sono adesso accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe, di introduzione in Italia di carte di credito false e altri reati, tutti con l’aggravante della transnazionalità.
Secondo gli investigatori, i componenti dell’organizzazione avevano intenzione di consegnare i titoli ad un governo di un Paese emergente, oppure di offrirli a intermediari bancari o finanziari. In entrambi i casi, l’obiettivo era quello di avere un'ingente contropartita in denaro.
L’inchiesta giudiziaria, voluta e diretta dai pubblici ministeri di Potenza Francesco Basentini e Laura Triassi, coordinati anche dal Procuratore della Repubblica Giovanni Colangelo, era nata dopo alcune indagini dei carabinieri del Ros del capoluogo lucano su una presunta associazione mafiosa operante nella zona del Vulture-Melfese, in provincia di Potenza, probabilmente attiva anche nel settore dell’usura. La prima prova dell'indagine si ebbe nel settembre 2010 a Roma, quando vennero sequestrati, nell’abitazione di un indagato, alcuni titoli di stato americani, sempre falsi, del valore di 500 milioni di dollari, probabilmente destinati a grosse truffe internazionali.
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