La più grande discarica d’Europa di rifiuti tossici è del tutto abusiva, per niente sicura e per giunta nell’alveo del fiume Tirino, che poi finisce nel Pescara (mappe: [1] [2] ) e per ora le autorità hanno prodotto solo chiacchiere. Pochi giorni fa il WWF ha pubblicato il verbale della Conferenza dei Servizi decisoria sul Sito di Bonifica nazionale di Bussi dell’11 febbraio del 2010 e la relazione “valutazione del danno ambientale” dell’Istituto Superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale allegata al verbale.
Documenti che ribadiscono danni per miliardi di euro e gravi pericoli per le popolazioni e per i corsi d’acqua, ma sembra che l’ostruzionismo di Montedison (vera responsabile del disastro attraverso i decenni) sia molto più potente della scarsa voglia dei politici locali di far luce su una vicenda che puzza di corruzione e complicità politica fin da quando Montedison si insediò tra quelle valli.
Politici che ora sembrano orientati a lasciare lì tutto, al massimo a ricoprire e confinare le discariche, ma che fino ad oggi non sono stati nemmeno capaci di recintare le zone più compromesse, nonostante siano ormai passati anni dal primo allarme lanciato dagli ambientalisti e altrettanto dall’apertura di un’indagine giudiziaria per reati gravissimi.
I politici locali hanno agito infatti per minimizzare le conseguenze e nascondere lo scandalo per quanto possibile, al punto di riaprire pozzi inquinati e di impedire anche le operazioni più urgenti ed elementari di messa in sicurezza del territorio e (incredibile) d’informazione per le popolazioni locali. Un deficit che non è certo stato colmato dai media nazionali e locali, che hanno evidentemente di meglio da fare, se è vero com’è vero che della discarica di Bussi e del pericolo che rappresenta sono in pochi ad esserne al corrente. Chiunque può fare la prova e chiedere in giro cos’è Bussi, nemmeno tra gente mediamente informata troverete che ne conosca la storia e lo stato.
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