
Se i grandi Liberati come Gesù, Buddha e tanti altri si sono manifestati agli occhi dell'umanità da ben prima che avesse preso coscienza di sè, è semplicemente perchè il tipo di percezione della vita che abbiamo sviluppato ci blocca per certi versi nei meandri di un mondo fittizio ed illusorio. Ed è proprio la definizione che, mossi dalla paura, noi stessi imprimiamo alla trama vibratoria di questo mondo a mantenerlo tale, e a confinarci entro gli angusti limiti che conosciamo. Amici, dobbiamo comprendere che il corpo umano è solo una densificazione dell'idea che un'anima si è fatta di se stessa, nel contesto della funzione che è chiamata a svolgere. In breve, ciò vuol dire che l'aspetto pesante e relativamente cristallizzato della materia risulta dal ritmo vibratorio della coscienza che la compenetra. Che dire d'altro, se non che siamo schiavi consezienti del nostro spazio fisico e temporale? Non potremo dire di aver capito qualcosa nè di noi stessi o dell'universo che abbiamo immaginato e costruito, finchè non avremo fatto lo sforzo di ricordarci della Luce di cui siamo intessuti. Quella Luce, che non si può definire a parole. La si esperisce, la si integra, la si vive. Non riusciremo mai ad avvicinarla, a sentirla o a riceverla se la opponiamo dualisticamente a quella che chiamiamo Oscurità, giacchè ingloba tanto la nostra percezione del chiaro, quanto quella del buio. In verità essa è la Memoria della nostra origine, quella che fa sì che nulla mai, muoia davvero, ma che tutto si espande all'infinito. Essa è il respiro di Dio, è la ricerca di Dio attraverso di noi, è Dio in noi... Quando mai lo capiremo?
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