POSSIBILE ERUZIONE DEI CAMPI FLEGREI A CAUSA DELLE TRIVELLAZIONI GEOTERMICHE
da orsobyanco
I Campi Flegrei (campi ardenti) sono in realtà un'enorme caldera di 12x15 km, nata a seguito di catastrofiche eruzioni che ebbero luogo 36.000 e 14.000 anni fa.
Deep Drilling Project prevede la trivellazione nell'area di Bagnoli Futura e Bagnoli, scendendo fino a quattro chilometri di profondità. Il fine è quello di entrare in contatto con fluidi geotermici a 500° di temperatura, utilizzabili per produrre energia elettrica e riscaldamento domestico, ma anche per studiare il funzionamento di uno dei vulcani più temibili al mondo.
Benedetto De Vivo, ordinario di geochimica, e Franco Ortolani, ordinario di geologia, entrambi per l'università degli studi di Napoli "Federico II", Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo per l'Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia di Napoli prospettano i pericoli di queste trivellazioni.
Secondo g li studiosi, non è possibile prevedere le reazioni della terra. Non si può escludere, quindi, che si sviluppino micro terremoti, fughe di gas tossici, se non addirittura esplosioni incontrollate. «Qualunque perforazione nasconde rischi -- ha spiegato Mastrolorenzo - per cui realizzarne una vicino a un centro densamente abitato è una scelta azzardata».
Esperimenti analoghi condotti all'estero, spesso si sono risolti in situazioni molto spiacevoli. Una su tutte, riguarda il vulcano Lusi, sull'isola di Giava.
Nel 2006, il giorno dopo, guarda caso, una trivellazione petrolifera organizzata dalla compagnia Lapindo Brantas a 150 metri dal vulcano, si è verificata un'eruzione di fango bollente risultata ben presto inarrestabile. Ad un ritmo costante di 100.000 metri cubi al giorno di fango emesso, il Lusi in due anni ha seppellito dodici villaggi e provocato l'evacuazione di ben 30.000 persone, rendendo impraticabile un'area di 7 kmq.
Dai risultati delle prospezioni Enel-Agip degli anni Settanta,
I fluidi campionati dal sottosuolo, esaminati, si sarebbero rivelati eccessivamente ricchi di sali, ed a pressione critica, per poter servire ad un impiego in chiave geotermica.
Cosa accadrebbe se anche nel bel mezzo di Napoli i Campi Flegrei iniziassero ad eruttare fanghi termali ad alta temperatura, senza che si possa far nulla per arrestarne il flusso in superficie?
Esiste un piano di gestione del rischio?
Esiste un piano di evacuazione delle zone coinvolte da tale evenienza?
La cittadinanza è stata interpellata, informata dei rischi? Ha avuto modo di esprimere il proprio parere?
Su chi ricadrebbero le responsabilità, in caso di imprevisti, lievi o gravi che dovessero essere?
LINK
http://dorsogna.blogspot.it/2009/12/svizzera-trivelle-terremoti-e-galera.html
http://www.thedayafter.it/2011/02/indonesia-un-vulcano-di-fango-che-non.html
http://liniziativa.net/news/?id_news=1349&Geotermia+nei+Campi+Flegrei:+ri...
http://www.geochem.geos.vt.edu/fluids/pdf/2009_De%20Vivo_Le_Scienze.pdf
Deep Drilling Project prevede la trivellazione nell'area di Bagnoli Futura e Bagnoli, scendendo fino a quattro chilometri di profondità. Il fine è quello di entrare in contatto con fluidi geotermici a 500° di temperatura, utilizzabili per produrre energia elettrica e riscaldamento domestico, ma anche per studiare il funzionamento di uno dei vulcani più temibili al mondo.
Benedetto De Vivo, ordinario di geochimica, e Franco Ortolani, ordinario di geologia, entrambi per l'università degli studi di Napoli "Federico II", Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo per l'Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia di Napoli prospettano i pericoli di queste trivellazioni.
Secondo g li studiosi, non è possibile prevedere le reazioni della terra. Non si può escludere, quindi, che si sviluppino micro terremoti, fughe di gas tossici, se non addirittura esplosioni incontrollate. «Qualunque perforazione nasconde rischi -- ha spiegato Mastrolorenzo - per cui realizzarne una vicino a un centro densamente abitato è una scelta azzardata».
Esperimenti analoghi condotti all'estero, spesso si sono risolti in situazioni molto spiacevoli. Una su tutte, riguarda il vulcano Lusi, sull'isola di Giava.
Nel 2006, il giorno dopo, guarda caso, una trivellazione petrolifera organizzata dalla compagnia Lapindo Brantas a 150 metri dal vulcano, si è verificata un'eruzione di fango bollente risultata ben presto inarrestabile. Ad un ritmo costante di 100.000 metri cubi al giorno di fango emesso, il Lusi in due anni ha seppellito dodici villaggi e provocato l'evacuazione di ben 30.000 persone, rendendo impraticabile un'area di 7 kmq.
Dai risultati delle prospezioni Enel-Agip degli anni Settanta,
I fluidi campionati dal sottosuolo, esaminati, si sarebbero rivelati eccessivamente ricchi di sali, ed a pressione critica, per poter servire ad un impiego in chiave geotermica.
Cosa accadrebbe se anche nel bel mezzo di Napoli i Campi Flegrei iniziassero ad eruttare fanghi termali ad alta temperatura, senza che si possa far nulla per arrestarne il flusso in superficie?
Esiste un piano di gestione del rischio?
Esiste un piano di evacuazione delle zone coinvolte da tale evenienza?
La cittadinanza è stata interpellata, informata dei rischi? Ha avuto modo di esprimere il proprio parere?
Su chi ricadrebbero le responsabilità, in caso di imprevisti, lievi o gravi che dovessero essere?
LINK
http://dorsogna.blogspot.it/2009/12/svizzera-trivelle-terremoti-e-galera.html
http://www.thedayafter.it/2011/02/indonesia-un-vulcano-di-fango-che-non.html
http://liniziativa.net/news/?id_news=1349&Geotermia+nei+Campi+Flegrei:+ri...
http://www.geochem.geos.vt.edu/fluids/pdf/2009_De%20Vivo_Le_Scienze.pdf
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