L'enigma del doppio in Steiner
Preciso che la pubblicazione di questo breve testo non implica un’adesione alla filosofia di Steiner che annovera sia entusiasti estimatori sia critici impietosi. Sarà il caso di cogliere i frutti del sapere là dove essi maturano, senza aprioristici ed onnicomprensivi rifiuti e senza fanatici sostegni.Rudolf Steiner (1861-1925) è il celebre fondatore della Società antroposofica. Perno della dottrina steineriana è la distinzione nell'uomo di sette principi. Con la morte, il corpo fisico si dissolve, mentre quelli etereo ed astrale accompagnano l'io in un periodo che precede una successiva incarnazione. Il ciclo delle rinascite, coinvolgendo l'intero cosmo attraverso millenni di cambiamenti e l'avvicendamento di ere (centrale in questo percorso è l'incarnazione del Lògos nel Cristo e la sua comparsa sulla Terra), è destinato a concludersi con l'universale ritorno allo Spirito puro.
Nel libro "Il mistero del doppio" (si tratta della silloge contenente gli interventi di cinque conferenze tenutesi a San Gallo ed a Dornach nel 1917), il filosofo austriaco indugia sugli enigmi dell'anima umana ed in particolare sul doppio, un'entità dimorante nell'uomo sin dalla nascita e che, temendo la morte, si allontana dal corpo prima del decesso. Secondo Steiner il doppio, la cui natura è ahrimanica, è responsabile di molte malattie. Il doppio potrebbe ricordare il ka egizio, forza vitale trasmessa dagli uomini agli dei al momento della creazione e di padre in figlio tramite il concepimento. Per gli Egizi era una delle componenti dell'anima, insieme con l'akh, l'entità del defunto in grado di entrare in contatto con i vivi sulla terra, ed il ba, personificazione delle energie vitali sia fisiche sia psichiche.
Tuttavia è evidente che Steiner intende qualcosa di diverso rispetto al ka egizio, poiché l'autore descrive una sorta di demone che alberga nell'individuo e di cui egli non è conscio. L'inquietante teoria steineriana del doppio, per quanto discutibile, trova addentellati in alcune concezioni gnostiche: ad esempio, il maestro Basilide, a proposito dell'uomo, sentenziò che egli è "un accampamento di demoni", evocando l'influsso di misteriose e sinistre creature.
Recenti ipotesi, poi, sorte in ambito ufologico, adombrano la possibilità che parte della personalità di alcuni fra noi sia sotto il controllo di esseri estranei, molto simili a parassiti psichici. I voladores di Castaneda non sono molto dissimili. Ci chiediamo se tutti coloro che operano come automi nel nostro mondo alienato ed alienante non siano controllati in vario modo, ad esempio, con microprocessori, comandi ipnotici, particolari frequenze efficaci sul cervello.
E' come se nel programma di un elaboratore fosse introdotto un software-spia che non può essere rilevato dai sistemi antivirus. All'uomo contemporaneo ripugna in sommo grado l'idea non solo di non essere libero, ma soprattutto che possano agire al di fuori di lui ed in lui forze esterne, capaci di orientare le sue (?) scelte di vita e di definire il suo destino. Agli antipodi del daimon socratico che non era la voce della coscienza, checché se ne scriva in molti manuali di filosofia, il doppio di Steiner esercita un ascendente malefico e si alimenta di energie telluriche. Correttamente il fondatore dell'Antroposofia considera la Terra un organismo vivente che, con i suoi flussi energetici, nutre le nazioni, plasmandone il carattere.
Altri contenuti del saggio in esame sarebbero meritevoli di attenzione: per esempio, l'accenno alla futura creazione di un falso Messia, l'azione occulta di confraternite che perseguono fini oscuri. E' senza dubbio plausibile (le conferenze risalgono al lontano 1917) lo scenario di un mondo futuro in cui le macchine rischiano di diventare "forze di morte". Sono temi su cui ho già riflettuto, dunque non li riprendo qui.
Mi pare che questo libello ineguale, si debba leggere come uno dei tanti tentativi di rispondere ad interrogativi che assillano l'umanità da millenni, in primis la questione relativa alla genesi del male. E' inevitabile, al cospetto di tali problemi, spingersi nel territorio delle aporie e delle difficoltà concettuali. In questo caso si attaglia una frase di Steiner che chiosa: "Chi si accosta al mondo con il presupposto che tutto debba essere spiegabile senza contraddizioni andrà incontro a molte delusioni".
Ringrazio il gentilissimo M.B. per il suggerimento.
http://zret.blogspot.com/2009/08/lenigma-del-doppio-in-steiner.html
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