L'UOMO E IL SOLO RESPONSABILE DELLA VITA SU QUESTO BELLISSIMO PIANETA
...E LO STA DISTRUGGENDO
AVIDITA', EGOCENTRISMO, ANTROPOCENTRISMO E AUTOCOMPIACIMENTO SONO LE UNICHE
CARATTERISTICHE CHE DISTINGUONO L'ESSERE UMANO (?) DA ALTRI ESSERI CHE ABITANO L'UNIVERSO.
Un insetto laborioso e industrioso, l’ape, che rispetta una gerarchia e un ordine che fanno ben capire la precisione e la semplicità delle strutture e delle organizzazioni sociali naturali. L’uomo, che passa invece il tempo a fare la guerra ai suoi simili, anziché prendere come esempio l’ape, fa in modo di distruggerla, impiegando pesticidi in dosi massiccie che ne mettono a rischio la sopravvivenza. E’ l’allarme, l’ennesimo che riportiamo, lanciato dai ricercatori della Pennsylvania University.
Secondo gli studiosi, le api si nutrono di polline contaminato da ben 70 tipi diversi di disserbanti chimici, il che provocherebbe una diminuzione nella produzione di miele, nonchè un abbassamento della qualità del prodotto.
Analizzando cera, api e larve, i ricercatori hanno individuato la presenza di livelli elevati di fluvalinati e coumaphos, pesticidi usati per combattere gli acari che aggrediscono le api appena nate.
VIDEO:
http://www.youtube.com/watch?v=2gSmgyQ9Vus&feature=player_embedded
Se le api muoiono i danni sono per tutti
Secondo l’Apat, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, nel 2007 la metà delle api in Italia è morta a causa di fitofarmaci, di malattie come la varroasi edei cambiamenti climatici. Il disastro ha colpito tutta l’Europa, con una perdita - nel periodo 2000-2007 - tra il 30 e il 50% del patrimonio apistico, e alcune aree degli Stati Uniti, con punte in questo Paese del 60-70% di spopolamento.
Alla strage di api e ai danni per l’ambiente e per la biodiversità si è aggiunto il danno economico. Nel 2007 sono stati persi circa 200 mila alveari e la perditaeconomica per mancata impollinazione è stata calcolata in 250 milioni di euro. Le conseguenze più pesanti si sono avute al Nord e al Centro del nostro Paese. Il fenomeno è dunque grave e va arginato con tempestività e determinazione. Il ministero delle Politiche agricole, grazie alla Finanziaria 2008, ha a disposizione un importante budget per fornire assistenza tecnica alle aziende, diffondere le buone pratiche di allevamento e monitorare la situazione. Contemporaneamente dovrà sottoporre a verifica di sostenibilità gli agrofarmaci sospetti, analogamente a quanto sta facendo l’Unione europea con nuove proposte in materia di autorizzazione, commercio e utilizzo di sostanze chimiche di sintesi. Il ministero della Salute ha peraltro già in programma un riesame sull’uso dei prodotti concianti per le sementi, che rilasciano nell’ambiente polveri fini, ulteriore causa di mortalità degli insetti. La Regione Emilia-Romagna, da parte sua, si è già attivata con il proprio programma apistico per sostenere le attività di assistenza tecnica e di ricerca e, insieme al tavolo regionale di settore, valuterà le ulteriori iniziative necessarie al ripopolamento degli alveari. Tutto questo rischia però di essere insufficiente o addirittura inutile se non ci sarà una reazione generale al campanello d’allarme che è suonato.
Sarebbe un errore pensare alla moria delle api come a un problema dei soli apicoltori. Le api contribuiscono per l’80 per cento all’impollinazione delle coltivazioni che formano un terzo della nostra alimentazione - piante da frutto, numerosi ortaggi, colture foraggere destinate agli animali da allevamento. Non solo. Ciò che è successo evidenzia che l’equilibrio tra chimica e cicli naturali soffre di una permanente precarietà. Oggi sono le api, domani potrebbero essere altri insetti utili o altri processi vitali. Non ci sono alibi, bisogna fare di più; bisogna chiedere più responsabilità alle industrie, alla ricerca pubblica, ai servizi di assistenza tecnica. E bisogna credere di più negli impegni della condizionalità previsti dalla Pac, nelle tecniche di produzione integrata e biologica, nella difesa delle acque dai nitrati, nella tutela della fertilità dei suoli, nell’importanza della biodiversità. Non soltanto perché lo chiedono consumatori sempre più avvertiti e timorosi o leggi e direttive europee, ma perché non possiamo rischiare di segare il ramo su cui siamo seduti.
TIBERIO RABBONI
Assessore all’Agricoltura, Regione Emilia-Romagna
Le api: fondamentali per la vita del pianeta
Le api sono insetti deputati alla creazione di miele, ma in realtà cosa sappiamo delle api, oltre ad avere un corpicino giallo e nero ed essere munite di un pungiglione...
Di sicuro non siamo tanto informati sull'utilità di questo insetto, a dir poco uno, se non l'unico per la sopravvivenza del pianeta.La gravità che pesa sull'ape è di enome responsabilità, perchè sono gli unici insetti che possono impollinare fiori,frutti e alberi. Sin dall'antichità le api sono state venerate, per la loro utilità e per la particolar prodotto chiamto miele che soltanto questo insetto riesce a produrre.
“Se tutte le api morissero all’uomo resterebbero quattro anni di vita” (Albert Einstein).
In quest'ultimi mesi si sta verificando un fenomeno che deve fare preoccupare tutta l'umanità, ma in particolar modo gli uomini che governano e gli scenziati, c'è una moria di api in tutto il mondo. La causa sembra essere provocata da un pesticida per i semi dio mais, ma anche da un da un micidiale che infetta le api sino ad ucciderle. La teoria e al quanto pare la profezia del nostro grande Albert Einstein sta prendendo piede, le api svolgono un ruolo determinante per il pianeta, e sono bioindicatori molto importanti, in effetti esse muoiono quando avviene un cambiamento che si registri nel nostro ecosistema. La mia preoccupazione è che non si dia molta importanza a tale fenomeno, come al solito il pianeta dipende dall'interesse o meno dell'uomo....e come al solito quando si innesca un meccanismo irriversibile è troppo tardi......
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