Revolution
Oggi imperano il conformismo e l'omologazione: gli stessi adolescenti sono incapaci, tranne rarissimi casi, di contestare e di trasgredire. Eppure la rivoluzione, intesa non come risposta violenta alla tirannia, ma come serrata, implacabile critica del sistema è il primo passo per conquistare la libertà. L'accettazione del sistema, con le sue innumerevoli storture e menzogne, è del tutto incompatibile con la dignità e con la vita.
Chi ha compreso può decidere di impegnarsi in battaglie nobili, anche se donchisciottesche o di rifiutare sdegnosamente il contatto con un mondo immondo. Tertium non datur. Il sistema potrà ricevere il nostro sprezzante silenzio, mai il nostro assenso.
Alcuni combatteranno e forse sarà concesso loro l'onore delle armi: nell'antica India la casta dei guerrieri, gli ksatriya, era la seconda, subito al di sotto della classe dei brahmini, i sacerdoti dediti al culto, ai sacrifici ed all'ascesi.
Purtroppo constatiamo che i "rivoluzionari" di un tempo, invece di tacere, manifestando in questo modo la loro totale disapprovazione nei confronti delle laide élites, diventano i garruli aedi dei potenti, accettando di esibirsi in concerti , in mostre, in iniziative “benefiche”, a sostegno delle nefandezze dei loro volgari mecenati. Che squallore! Questa è la più ignobile forma di prostituzione: prostituire la propria intelligenza ed il proprio talento, benché scarsissimi. Il mercimonio del corpo è meno ripugnante.
Così siamo afflitti da ex contestatori, ex automi ribelli (molto automi e pochissimo ribelli) che oggi sono lagnosi "filosofi" della New age o, peggio, viscidi adulatori di ambigui personaggi.
Per coloro che sono alieni all'alienante esistenza della massa acritica, ridotta a gregge gregario, lo scotto è costituito dall'aggressione degli schiavi e dalla solitudine, ma la fedeltà a sé stessi e l'inappellabile condanna dell'ipocrisia e del dispotismo non hanno prezzo: sono più preziosi dell'iridio.
http://zret.blogspot.com/2009/09/revolution.html
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