di Adriano Muzzi
Le indiscrezioni sono uscite su Science Insider: sarà tutto pronto per lo sbarco nel 2020. L’obiettivo successivo: Marte.
Le similitudini tra l’attuale presidente a stelle e strisce, Barack Obama, e J.F. Kennedy non sono poche: dalle foto con la figlia nello studio ovale a Washington, fino a giungere al famoso discorso di JFK durante la sessione speciale del Congresso il 25 maggio del 1961: ”…credo che questo paese debba impegnarsi a realizzare l’obiettivo, prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra. Non c’è mai stato nessun progetto spaziale più impressionante per l’umanità, o più importante per l’esplorazione dello spazio; e nessuno è stato così difficile e costoso da realizzare…”.
Anche Obama, secondo un rapporto esclusivo apparso sulle pagine dell’autorevole rivista scientifica Science Insider, che rivela i contenuti di un summit avvenuto giovedì tra il presidente americano e l’amministratore delegato della Nasa Charles Golden, vorrebbe tornare sulla Luna entro la fine del prossimo decennio. Successivamente si proporrebbe di far scendere gli astronauti su un satellite di Marte e infine farli atterrare sulle polveri del pianeta rosso. Secondo queste indiscrezioni, Obama chiederà al congresso un miliardo di dollari in più da consegnare alla Nasa per sviluppare i progetti nei prossimi anni. L’ente spaziale americano dovrebbe costruire un nuovo razzo che andrà a sostituire Ares I e Ares V.
Il nuovo razzo, stando a quanto appare ancora su Science Insider, dovrebbe essere in grado da solo di trasportare verso altri corpi del sistema solare sia gli uomini che il modulo per l’atterraggio. Tutto dovrebbe essere pronto entro il 2018. Quindi è ragionevole ipotizzare che l’uomo potrà ritornare sul nostro satellite naturale con una base permanente a partire dal 2020.
Che ne sarà del vettore Ares I? Verrà abbandonato, e per Buzz Aldrin, il secondo uomo a essere sceso sulla Luna, senza alcun rimpianto. “Il lancio del prototipo — ha detto l’ex astronauta — è avvenuto solo per questioni politiche, ma non ha dato alcun contributo allo sviluppo di un nuovo lanciatore. E Ares V, al momento, non è che un insieme di carte, ben lontano dall’essere un vero progetto. Per l’esplorazione dello spazio profondo abbiamo bisogno di un vero razzo di nuova concezione, più potente dei precedenti.”
E come si potrà raggiungere la stazione spaziale se lo shuttle andrà in pensione l’anno prossimo? “Si deve dare spazio alle industrie private -sostiene Aldrin — che sono molto vicine alla possibilità di costruire macchine in grado di arrivare fin lassù.” Ora si attende la parola ufficiale di Obama, che potrebbe arrivare tra la fine dell’anno e l’inizio del 2010.
Moon? Yes, we go!
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