Il Marsili è il più grande vulcano d’Europa, essendo esteso per 70 km in lunghezza, 30 km in larghezza ed una altezza di 3000 metri dal fondo marino, raggiungendo con la sommità la quota di circa 450 metri al di sotto della superficie del mar Tirreno. E’ stato scoperto e localizzato nei primi decenni del ’900 nel basso Tirreno (39° 15′ 0″ N, 14° 23′ 40″) nell’arco insulare eoliano, ha una attività iniziata circa 200 mila anni fa che attualmente è oggetto di studio, dal momento che potenzialmente potrebbe rappresentare sia per la localizzazione che per la grandezza, uno dei vulcani più pericolosi d’Europa con elevato rischio tsunami. Per i curiosi, gli fu dato il nome Marsili in onore di Luigi Ferdinando Marsili (1658 – 1730) grande scienziato, militare, geologo e botanico italiano.
Formazione, conformazione e assetto geologico del Mar Tirreno e presenza di grandi vulcani sottomarini, come il Marsili, sono al centro del progetto europeo MEDOC cui partecipano tra gli altri i ricercatori dell’Istituto di scienze marine (Ismar-Cnr) e dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali (Idpa-Cnr) del Consiglio nazionale delle ricerche .
I rilievi di sismica a riflessione e rifrazione sono condotti per mezzo della navi Urania e Sarmiento de Gamboa. Già da febbraio 2010 la nave oceanografica Urania, del Cnr, ha iniziato una campagna di studi sul vulcano sommerso rilevando preoccupanti frane che testimoniano una notevole instabilità. Comunque i futuri dati acquisiti con il progetto MEDOC permetteranno ai sismologi di valutare in maniera più precisa il reale rischio tsunami conseguente ad un eventuale ripresa di attività eruttiva.
Viene facile però rilevare che molto probabilmente sarebbe stato più prudente avere questi dati prima della decisione di procedere ai lavori per la realizzazione del progettato ponte sullo stretto di Messina, anche se l’opera si prevede che possa resistere a sollecitazioni sismiche fino a magnitudo 7,1 (pari a quella del Terremoto di Messina del 1908) e a venti di 216 km/h.
ll progetto preliminare dell’opera prevede il collegamento stabile tra Cannitello in Calabria e Ganzirri in Sicilia mediante la realizzazione di un ponte sospeso con due corsie stradali più una di emergenza per ogni senso di marcia e due binari di traffico ferroviario. La lunghezza totale dell’impalcato sospeso è pari a 3.666 m,la campata centrale del ponte prevista di 3.300 m e i due piloni alti 382,6 m (s.l.m.) posti sulle sponde superano il record mondiale attuale di altezza detenuto dal Viadotto di Millau in Francia con 341 metri. L’impalcato del ponte sarà sospeso a quattro cavi d’acciaio del diametro di 1,24 metri e della lunghezza di 5.300 metri.
Numeri che incutono paura ed una riflessione: “ il rischio tsunami era già stato preso in considerazione?”.
Può darsi di sì, ma con quali dati disponibili?
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