News Stefano…
Visto che gli USA sono indebitati fino al collo… e il limite di legge è superato.. come faranno a pagare flotte …militari…ed altro… ? Il dollaro sta per finire la sua vita ?Dolbyjack
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Detto fatto, la terza ondata di quantitative easing da parte della Fed è pronta! Nonostante proprio ieri il debito Usa abbia toccato il suo tetto legale di 14,3 trilioni di dollari, sempre più voci si fanno sentire in favore di una prosecuzione della politica monetaria espansiva che sta inondando il mondo con moneta a costo e valore facciale zero.
Giovedì scorso è stato il turno dell’economista di Princeton ed ex vice-governatore della Fed, Alan Blinder, che a Bloomberg ha dichiarato chiaramente che una «ulteriore espansione è necessaria», mentre venerdì si è alzata alta in cielo la voce del padrone: Goldman Sachs. Attraverso un report dal titolo “Fiscal Adjustment without Fed easing: a tall order”, a cura di Sven Jari Stehn, la banca d’affari sposa in pieno la tesi di Blinder, sottolineando che per migliorare la figura riguardante il mercato del lavoro, nuovamente in stato di deterioramento, è necessario un nuovo stimolo fiscale.
Un qualcosa di formalmente impossibile, stante la promessa del Congresso di tagli al deficit per 4 trilioni di dollari nei prossimi anni. Occorre, però, vedere come sostanziare e giungere a questi tagli: c’è chi vuole, come i Repubblicani, tagli alla spesa e chi, come i Democratici, punta a un innalzamento delle tasse per i più ricchi. Nonostante nessuno dei due approcci sia destinato a funzionare negli Stati Uniti senza un’austerity indotta da un crash obbligazionario sovrano, Goldman ha una certezza: nessuna riduzione del deficit può funzionare senza l’assistenza parallela della politica monetaria, sia essa un abbassamento dei tassi o un ulteriore programma di Qe.
In parole povere, l’unica cosa che può prevenire una contrazione dell’economia nei prossimi due anni di semi-austerity, è un’ulteriore espansione monetaria. E stante lo stallo politico a Washington, appare chiaro che la palla tornerà a breve nelle mani della Fed, la quale sta già facendo tutto quanto in suo potere per sgonfiare il prezzo delle commodities. Insomma, se come sembra l’unica alternativa è monetaria, prepariamoci a un terzo diluvio di denaro stampato in cantina.
Quanto sta accadendo è chiaro, Goldman ha ripreso il suo ruolo di supplenza rispetto alla politica per quanto riguarda l’economia Usa: d’altronde, un Congresso che per quattro mesi non è riuscito a trovare una soluzione per il tetto di debito che permettesse di sopravvivere ai prossimi 90 giorni - passati i quali, se non ci sarà un innalzamento, sarà default tecnico -, sembra aver quasi bisogno di qualcuno che operi in sua vece. E state certi, quando arriverà giugno e la parola default diverrà qualcosa di quotidiano, il buon Bernanke dovrà affrontare le grida isteriche di molti “esperti” che gli porranno l’alternativa tra deflazione e stampare moneta:
secondo voi, per quale alternativa opterà il capo della Fed?
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