Giappone fa rima con recessione: è l'effetto non collaterale ma diretto della tripla catastrofe (terremoto, tsunami e crisi nucleare) del marzo scorso. Il prodotto interno lordo nel primo trimestre 2011 del Sol levante si è contratto oltre le previsioni degli analisti: meno 0,9% sul trimestre precedente, meno 3,7% a un tasso annualizzato e meno 5,2% in termini nominali.
Il crollo della produzione (-15,5% quella industriale a marzo) e dei consumi scattata negli ultimi 20 giorni del trimestre (ossia dopo il terremoto dell'11 marzo) ha annullato la netta ripresa di gennaio e febbraio, seguita a un ultimo trimestre 2010 che già aveva visto il segno negativo (oggi rivisto a un meno 0,8% sul terzo trimestre 2010 e un meno 3% su base annualizzata). Morale: il Sol Levante sperimenta un "double dip" nella recessione e rischia la regola del "4": quattro trimestri negativi (dopo la crisi innescata dal crack Lehman Brothers), quattro di recupero e ora, forse, altri quattro a passo del gambero. Il trimestre in corso, infatti, sarà sicuramente negativo per il protrarsi dell'effetto-terremoto sia sul versante manifatturiero (la "supply chain" non si è ancora ripristinata del tutto, specialmente nei settori dell'auto e dell'elettronica) sia su quello dei consumi (gli individui tendono a spendere meno, rinunciando soprattutto ai beni più voluttuari e costosi): il dubbio è se l'atteso recupero - che sarà stimolato dalle manovre pubbliche per la ricostruzione - dispiegherà i suoi effetti già in estate oppure a partire dall'ultimo periodo dell'anno.
È la terza recessione nel giro di un decennio. Dopo quella del 2001, il paese sembra essere andato incontro ad alcuni estremi: il periodo di espansione più lungo del dopoguerra, seguito dalla peggiore recessione post-bellica, poi da una ripresa e, oggi, dal "momento più grave dal dopoguerra" provocato dalla crisi nucleare, come affiorato anche nelle parole del premier Naoto Kan.
Il ministro delle politiche economiche, Kaoru Yosano, ha invitato all'ottimismo: si tratterebbe di una fase temporanea di flessione per una economia in grado di riprendersi presto. Del resto, la Borsa (-0,43% il Nikkei) e il mercato obbligazionario non hanno reagito in modo significativo a dati pur peggiori delle attese. E la perdurante forza dello yen - se pure rappresenta un certo peso per alcuni settori dell'economia - favorisce la proiezione all'estero della Corporate Japan: proprio oggi, ad esempio, il gruppo farmaceutico Takeda ha annunciato l'accordo da 9,6 miliardi di euro per rilevare l'europea Nycomed, mentre il colosso tecnologico Toshiba comprerà la svizzera Landis+Gyr per 2,3 miliardi di dollari.
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