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Ogni circa 26 mesi Marte raggiunge l’opposizione, portandosi così alla minima distanza dalla Terra consentita in quel periodo dalla geometria delle orbite dei due pianeti
Un pianeta esterno si dice in opposizione quando si trova opposto al Sole rispetto alla Terra e cioè quando, nell’ordine, Sole, Terra e Pianeta (nel nostro caso Marte) si trovano allineati. Quando un pianeta è in opposizione si trova nelle migliori condizioni di osservabilità, essendo nel punto più vicino alla Terra e diametralmente opposto al Sole, è visibile per tutta la notte ed ha un diametro apparente ed una luminosità maggiori che in altri periodi.
A causa della notevole eccentricità orbitale (e=0,093) del pianeta, le opposizioni di Marte possono portare a delle minime distanze che variano tra un minimo assoluto di circa 55,8 milioni di chilometri (raggiunto nella storica “grande opposizione” del 27 agosto 2003) a quello di circa 100 milioni di chilometri, proprio delle cosiddette opposizione afeliche (quelle che si verificano con Marte nei pressi del suo afelio).
Quella presente sarà per l’appunto un’opposizione afelica, non molto favorevole dal punto di vista del diametro angolare del pianeta (circa 14”), ma in qualche modo sostenuta dal fatto che Marte si troverà quasi alla sua massima declinazione e quindi molto alto nel cielo (circa +70° di altezza) al momento del transito in meridiano.
Il 28 gennaio Marte raggiungerà una distanza dalla Terra di 99,3 milioni di chilometri, la minima nel periodo dal gennaio 2008 al marzo 2014. L’opposizione propriamente detta, quella legata alla massima elongazione dal Sole, verrà invece raggiunta il giorno dopo e regalerà al pianeta una luminosità apparente di mag. –1,28, tipica delle opposizioni afeliche (in quelle perieliche Marte può arrivare fino a una magnitudine di –2,9).
La caratteristica principale di questa opposizione sarà legata al fatto che per la prima volta da 13 anni a questa parte l’inclinazione dell’asse del pianeta rosso favorirà l’osservazione della calotta polare nord, invisibile da Terra fin dal lontano 1997.
Tra gennaio e febbraio, infatti, avanzerà la stagione primaverile nell’emisfero nord del pianeta e oltre allo scioglimento progressivo della calotta potremmo seguire molti fenomeni meteorologici svilupparsi tra le regioni equatoriali e temperate, come la presenza di spesse nubi di vapore acqueo e lo sviluppo di tempeste di sabbia.
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