
Amici avete mai immaginato che possano esserci anime in cerca di un corpo di materia, di un corpo di terra, ben denso? Trovate che sia stupido? Eppure ce ne sono miriadi in attesa che la porta si apra, perchè sanno fino a qual punto la strada sassosa forgi l'uomo. Non cercano la sofferenza... non pensatelo neanche per un istante! la sofferenza non è il motore della crescita indispensabile ed universale che alcuni si immaginano. Quante anime vogliono conoscere se stesse, vogliono trovarsi di fronte una montagna da scalare, perchè sanno che in cima, là dove l'ego comincia a sciogliersi, si dispiega un nuovo orizzonte. Alcuni saranno persuasi che tutto questo sia una favola o una sterile metafora; e davvero può essere così, se noi tutti, uomini e donne, individualmente e colletivamente non prendiamo la ferma decisione di cogliere l'occasione che ancora abbiamo di amarci quali siamo e come saremo in futuro. Sì, amici, bisogna che cominciamo ad amare "noi stessi così come siamo", con le nostre insufficienze, con le nostre meschinerie ed i nostri potenziali, rivelati o no. Quando si chiede di amare noi stessi, si intende che ci accettiamo con i nostri limiti perchè questi sono solo ferite momentanee, riflessi del nostro cammino verso la Luce. Sono il segno che la Terra è già stata lavorata in noi e che abbiamo paura... ma essi non sono noi! Le nostro bruttezze non sono noi! Sono soltanto delle cicatrici. Continueremo forse ad identificarci con uno strappo fatto al nostro abito, ad identificarci con le nostre ferite? La Terra-elemento ci dà la possibilità di viaggiare da un'estremità all'altra di questa lacerazione, per questo dobbiamo onorarla... ma certamente, lo ripeto, non si aspetta che ci identifichiamo con la ferita che essa mette in evidenza. La nostra Terra amici miei! Ma lo sapete che la Terra pensa, la Terra vuole, la Terra spera...! Dobbiamo riconoscere il lei quell'Essere totale che è da un'eternità, l'essere con i suoi molteplici livelli di manifestazione, dal più denso al più sottile. Quando ne percorriamo le strade, quando remiamo sui suoi mari o voliamo nell'aria, siamo immersi nel suo corpo vitale, quasi sempre insensibili all'irradiarsi della sua coscienza. Noi non abitiamo la Terra come si abiterebbe una casa, perchè la Terra è contemporaneamente una casa che abita in noi. Il nostro divenire e il suo sono legati. Abbiamo avvilito la materia non comprendendola, lasciandoci ingannare da dogmi errati, non abbiamo visto fino a che punto essa poteva e doveva elevarsi contemporaneamente a noi. Dobbiamo comprendere, cari amici, che la possibilità di ingannarsi e sbagliare è proprio il più bel regalo che possiamo farci perchè ci obbliga a respirare da soli, ci costringe a disegnare le nostre carte e ad avanzare realmente, forse a rilento, ma certo non come automi indottrinati. Sappiate infine, che la Terra che vive in voi, è una benedizione, perchè rappresenta il diritto all'errore che ci fa crescere!
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