Dal 4 febbraio, Canada e Stati Uniti non sono più due nazioni distinte. O meglio, gli Stati Uniti potrebbero aver ‘annesso’ il Canada, come alcuni osservatori hanno interpretato l’accordo firmato da Barak Obama e dal primo ministro canadese Stephen Harper. Mentre il mondo intero guarda all’Egitto e si domanda chi sarà il prossimo leader mediorientale a cadere, accade anche l’impensabile, e succede nel silenzio e degli stessi interessati.
L’accordo USA-Canada stabilisce un perimetro di sicurezza che racchiude le due nazioni, che ufficialmente faciliterà gli scambi commerciali. Ma i ‘confini allargati’ imporranno anche un sistema comune di entry-exit, e non è difficile presupporre che il Canada dovrà adeguarsi alle restrizioni antiterroristiche degli USA. In pratica, le due nazioni vanno verso una fusione delle proprie sovranità. Il fatto è che lo stanno facendo senza dirlo ai propri cittadini.
Oggi, il presidente Barack Obama e il primo ministro Stephen Harper ha diretto la creazione del Consiglio per la Cooperazione Normativa (RCC), composto da alti funzionari legislativi, commerciali e affari esteri da entrambi i governi. In riconoscimento della nostra relazione da 1.000 miliardi dollari annui in scambi e investimenti, l’RCC ha un mandato di due anni per lavorare insieme promuovendo la crescita economica, la creazione di occupazione e benefici per i nostri consumatori e per le imprese attraverso una maggiore trasparenza della regolamentazione e del coordinamento.
Essi hanno stabilito che la prima riunione del RCC sarà convocata entro 90 giorni da parte degli organismi competenti negli Stati Uniti e in Canada.
Che nell’accordo ci fosse qualcosa di strano, l’ha notato però qualcuno in Canada, dove l’opinione pubblica è notoriamente poco favorevole agli USA. “Il New York Times” scrive il
National Post “non ha nemmeno menzionato l’accordo Harper-Obama (malgrado abbia citato alcune dichiarazioni rilasciate dal Primo Ministro sull’Egitto). C’era un’articolo nel Wall Street Journal, ma se qualche altra testata ha riferito dell’incontro e della conferenza stampa, non l’ho trovata.
Non c’è alcun segno che il Congresso degli Stati Uniti sia interessato”.
Il
Toronto Star News Service ha evidenziato come anche il governo canadese ha fatto del suo meglio per sfumare e tenere nascosto l’entità della “fusione”:
Il governo federale ha deliberatamente mantenuto segreti i negoziati sul confine con Washington mentre pianificava di massaggiare l’opinione pubblica in favore del patto, secondo una strategia di comunicazioni confidenziali. Il documento di 14 pagine di pubbliche relazioni raccomandava che i dialoghi mantenessero un “basso profilo pubblico” nei mesi precedenti all’annuncio del Primo Ministro Stephen Harper e del presidente USA Barak Obama. Nel frattempo, il governo avrebbe coinvolto segretamente dei soggetti – parti interessate come grandi gruppi di affari e altri – in modo da rispettare la confidenzialità dell’annuncio. Le corporazioni dietro questo accordo possiedono i politici che l’hanno firmato, e i media ci stanno raccontando ‘quanto sia buono’.
In pratica, secondo il Toronto Star News, gli USA stanno tentando di evitare il disastro economico e sociale condividendolo con il Canada: “L’accordo ‘ci proteggerà’ dal terrore. Ecco come è stato ‘venduto’, ma nei fatti stiamo andando a letto con la nazione terrorista numero uno al mondo oggi, gli Stati Uniti d’America; una nazione che è anche in bancarotta e potrebbe essere vicina allo sconvolgimento sociale. […] Il nuovo accordo renderà più facile attraversare il confine. Questo è l’altro punto a favore, ma naturalmente il ‘rafforzamento’ della frontiera Canada-USA ci regalerà un problema che ora [gli Stati Uniti] intendono risolvere con una nuova frontiera attorno a noi”.
Fabio Ghioni
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