Platone - L'Universo Vive e ha un'Anima
Anche se gli interessi di Platone (427-347 a.C.) furono rivolti solo marginalmente allo studio del cielo, il suo influsso sullo sviluppo dell'astronomia fu fondamentale.
Egli espresse le sue opinioni sul mondo fisico nel Timeo, un dialogo tra Timeo, filosofo pitagorico, Socrate ed altri due amici.
Il mondo sensibile altro non è che una copia imperfetta, una imitazione di una forma ideale che esiste al di là del tempo e dello spazio e che può essere avvicinata soltanto dal pensiero puro. Un Demiurgo benevolo ha formato dal caos primordiale l'Universo ad immagine di quel mondo soprannaturale.
... ecco perché tornì l'Universo come una sfera ..., che è fra le figure la più perfetta e la più simile a se medesima [la sfera è l'unica figura con infiniti assi di simmetria], perché Dio giudicò il simile infinitamente più bello del dissimile. E gli diede il movimento più adeguato al suo corpo e cioè quello fra i sette movimenti che più si avvicina all'intelligenza ed al pensiero. Ecco perché imprimendo al mondo la rotazione uniforme nello stesso luogo, lo ha fatto muovere con moto circolare.... E poiché per tale rotazione il mondo non aveva bisogno di piedi, Dio lo generò senza gambe né piedi.
L'Universo è quindi per Platone un essere vivente, anzi il più perfetto, dotato di una propria anima, che comprende in sé tutti gli esseri viventi.
E posta l'anima in mezzo a questo corpo, la diffuse per tutte le parti.
E posta l'anima in mezzo a questo corpo, la diffuse per tutte le parti. ... Dio formò l'anima anteriormente al corpo,... sì che l'anima governasse il corpo. E nacquero così da un lato il corpo visibile del cielo, dall'altro l'anima invisibile che, partecipe d'intelligenza e d'armonia, è la più bella tra tutte le opere generate dal migliore fra gli esseri intellegibili ed eterni.
Insieme all'Universo Dio creò il tempo in modo che, essendo generati insieme, insieme si dovranno dissolvere.
... perché il tempo fosse generato furono foggiati il Sole, la Luna e gli altri cinque pianeti, per definire il numero del tempo e per determinarne la conservazione. E Dio, formati i corpi di ciascuno di essi, li ha posti in numero di sette nelle sette orbite. .... In quella delle orbite che è posta per seconda rispetto alla Terra, Dio accese quel lume che noi ora chiamiamo Sole, affinché il cielo ovunque fosse luminoso. ... Così dunque nacquero il giorno e la notte, che formano il periodo del movimento circolare unico e fra tutti il più razionale [la rotazione di tutta la volta celeste]. E così nacque il mese, quando la Luna percorsa la sua orbita, raggiunge il Sole. E così nacque l'anno quando il Sole per intero ha percorso la sua orbita. Quanto ai periodi degli altri pianeti, poiché gli uomini, tranne pochissimi, non li conoscono, non è stato dato un nome, per cui l'uomo non sa che il tempo è misurato anche dai loro giri, che sono infiniti e meravigliosamente perfetti. Si può in ogni modo comprendere che il numero perfetto del tempo compie l'anno perfetto quando le velocità di tutti ed otto i periodi ritornano al punto di partenza, tali velocità misurandosi secondo l'orbita del medesimo che si muove in modo uniforme (il giorno, che viene quindi preso come unità di misura). Fu così e per questa ragione che furono generati tutti gli astri che percorrono il cielo, sì che questo mondo fosse, per quanto possibile, simile all'essere vivente, perfetto ed intelleggibile, grazie a questa imitazione della sua eterna essenza.
I principi alla base dell'opera creatrice del Demiurgo non potevano che essere di natura trascendente e, quindi, solo la matematica è in grado di descrivere la natura e il movimento dell'Universo . In particolare Platone fa propria l'idea dei quattro elementi primari, giustificandone il numero come le sole combinazioni cubiche di due numeri (a3, a2b, ab2, b3), cubiche perché si trattava di creare un universo tridimensionale. Inoltre la loro natura veniva identificata all'interno dello spazio geometrico, con quattro dei cinque solidi regolari (vedi fig. 4).
Ma il contributo maggiore di Platone sta nel messaggio che egli lasciò agli astronomi, il cosiddetto assioma platonico, che per più di venti secoli condizionò l'astronomia teorica.
Il Sole, la Luna e i pianeti vagano nel cielo e seguono cammini complessi. Tuttavia, essendo anch'essi corpi celesti come le Stelle, devono muoversi in maniera conforme al loro rango: i loro moti debbono perciò derivare da una qualche combinazione di circonferenze percorse in modo uniforme.
Immagine in alto: I cinque solidi perfetti: cubo o esaedro terra; tetraedro fuoco; ottaedro aria; dodecaedro l’universo intero; icosaedro acqua (illustrazione tratta da Harmonices Mundi di Keplero).
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