Una intensa attività vulcanica potrebbe strappare violentemente l'Africa in due
Segnalato da brig.zero
di Edoardo Capuano
Milioni di anni fa apparvero le prime grosse fenditure, ma negli ultimi mesi nel nord Africa l'attività sismica ha subito un repentino incremento provocando una accelerazione delle spaccature del suolo con un'evoluzione dei movimenti tellurici. I geologi e i vulcanologi asseriscono che la lava nella regione è in linea con il magma presente normalmente sui fondali marini e che l'acqua coprirà definitivamente il deserto.
Il dottor Cynthia Ebinger, geologo presso l'Università Rochester di New York, è rimasto quasi incredulo quando un impiegato, presso una società di mineralogia, lo ha informato di quello che stava accadendo nel deserto etiope: il famoso vulcano Erta Ale , situato nell'area nord orientale dell'Etiopia, era in piena attività eruttiva. A quel punto il dottor Cynthia Ebinger, che ha studiato per anni il vulcano Erta Ale, è stato colto alla sprovvista. Il cratere del vulcano era sempre stato pieno di una 'zuppa' ribollente di lava argento-nero, ma dopo la sua ultima eruzione era sempre rimasto per decenni in uno stato di bassa attività.
Lo scorso mese di novembre (2010), dopo aver ricevuto la telefonata, il dottor Cynthia Ebinger ha preso l'aereo e si è recato in Etiopia con alcuni colleghi ricercatori. «Il vulcano era traboccante; lava fiammeggiante veniva lanciata verso il cielo", ha riferito il dottor Ebinger al corrispondente del periodico online 'Spiegel'. Nell'area situata a nord-est del continente africano la terra è in fermento e questo sta cagionando una mutazione della morfologia dell'intera zona. Il deserto si scuote di continuo provocando un allargamento della frattura, i vulcani sono in piena attività eruttiva e le acque stanno risucchiando la terra.
Gli studiosi sostengono che la frattura africana determina una scissione a un tasso che si manifesta molto raramente in geologia. Il Mar Rosso e il Golfo di Aden furono creati milioni di anni fa dalla prima frattura. Dall'Etiopia al Mozambico si estende la seconda frattura, fiancheggiata da molti vulcani, chiamata Great Rift Valley che, secondo le teorie scientifiche, rischia di essere sommersa dal mare.
Secondo gli studiosi le acque del mare potrebbero inondare le terre molto prima a causa della depressione della Dancalia, situata a settentrione della valle. Il luogo è profondo circa 25 metri e le acque del Mar Rosso sono trattenute solo dalle colline. La zona dietro le colline ha già subito uno sprofondamento di alcune decine di metri rispetto i livelli precedenti e la presenza di sale sul deserto testimonia inequivocabilmente che il mare abbia già in passato inondato la zona. La lava ha successivamente poi fatto ritirare il mare.
Momentaneamente nessuno può azzardare alcuna ipotesi su quando il mare coprirà nuovamente il deserto. In un recente convegno organizzato dall'American Geophysical Union (AGU) a San Francisco, Tim Wright, dell'Università di Leeds School, sostiene che quando questo evento accadrà si manifesterà molto velocemente: l'affondamento delle colline potrebbe avvenire anche in pochi giorni. Il mutamento geologico del nord Africa, nell'ultimo quinquennio, ha subito un forte incremento e il decorso si sta velocizzando in maniera inaspettata, conclude Tim Wright.
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