Come Scatenare e Vincere una Guerra in 13 Semplici Mosse
Il seguente articolo prende spunto da un brano del libro “Massoneria e sette segrete” di Epiphanius (pagine 709/710) ed è integrato con delle citazioni di questo articolo di Nena News.
Ecco i punti essenziali per scatenare una guerra ed impossessarsi di paesi strategici. Il metodo, da decenni, è sempre lo stesso:
1. Si esaltano le differenze politiche/sociali/etniche di un paese e si armano le diverse fazioni.
[In Siria sono al lavoro squadroni della morte, composti da libici, ceceni, iracheni, afghani, gente senza scrupoli che semina terrore].
2. I cittadini del paese in questione vengono intimoriti con atti terroristici.
[Nell’ospedale di Zahara ci hanno detto che sono terrorizzati dai cecchini, appostati in ogni angolo, gente di varie nazionalità che uccide senza scrupoli. Colpiscono indiscriminatamente e un medico mi ha confidato che in questo momento la più grande preoccupazione per lui, come per chiunque, è quella di trovare il modo di tornare ogni giorno a casa senza farsi uccidere].
3. Arrivano i mass-media che iniziano a mostrare a tutto il mondo immagini strazianti di cadaveri/bombardamenti/disperazione.
[La situazione è molto diversa da come la raccontano i mass media internazionali. Mentre l’inglese Bbc, ad esempio, dava la notizia dello ‘scoppio della guerra civile’, che ho sentito con le mie orecchie mentre ero nell’albergo di Damasco, mi sono recato insieme al collega Mark George di Media Libre presso il luogo segnalato come il focolaio, la Tv siriana. In realtà, era stato tirato solo qualche petardo, niente di più. C’erano solo curiosi e nessuna tensione ma intanto la notizia aveva fatto il giro del mondo].
4. Cominciano le raccolte di aiuti umanitari da inviare nel paese in crisi.
5. Le organizzazioni umanitarie vengono obbligate ad aiutare una sola delle fazioni e vengono attaccate militarmente dall’altra fazione.
6. Entra in scena l’ONU che invia “truppe per la pace” che puntualmente si trovano in difficoltà e chiedono rinforzi.
7. L’opinione pubblica, ormai cotta a puntino, è convinta di dover fare tutto il possibile per “aiutare” il paese in conflitto, per salvaguardare la democrazia/i diritti/la libertà e vengono inviate nuove truppe e nuovo materiale.
8. Il conflitto diventa guerra che a questo punto può essere alimentata o contenuta a piacimento.
9. A seconda delle esigenze si attende che il paese venga più o meno distutto mentre si appoggia il partito-burattino che avrà il potere una volta ristabilita la “pace”.
10. Il paese rimane sotto il controllo delle Nazioni Unite mentre il nuovo governo impara cosa fare per assecondare i voleri dei mondialisti che hanno segretamente scatenato il conflitto.
11. Inizia la ricostruzione del paese che deve indebitarsi con la Banca Mondiale e col Fondo Monetario Internazionale privandosi delle proprie ricchezze naturali e privatizzando i servizi.
12. Inizia la colonizzazione del paese da parte di banchieri e capitalisti senza scrupoli.
13. Scompaiono le notizie dai mass-media e i cittadini occidentali tornano tranquillamente a dimenticarsi di quel popolo più o meno lontano (Com’è che si chiamavano? I libici? I libanesi? I liberiani? Mah!).
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