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Dimostranti di ''Occupu Our Home'' a New York
NEW YORK, STATI UNITI- Le banche hanno pignorato le loro case, che per colpa della crisi sono sfitte da mesi. Cosi’ molti di coloro che stanno manifestando contro lo strapotere di Wall Street, ora hanno pensato di riprendersele. Da ”Occupy Wall Street”, ora gli indignati d’America puntano a ”Occupy our Home”.
In attesa di ”occupare” la borsa americana, tanti hanno deciso per ora di ”occupare”, o meglio ”rioccupare” le proprie case, che per colpa di mutui sempre piu’ esosi non sono riusciti a finire di pagare e sono stati sfrattati. E le case sono finite nella mani delle banche. La ”Occupy Our Home” è una tendenza che va avanti da giorni e segna una sorta di svolta nella protesta scoppiata a Zuccotti Park lo scorso 17 settembre.
L’occupazione delle case sta coinvolgendo ormai 25 citta’ in tutti gli Stati Uniti. Non e’ a dire il vero una iniziativa originale, datosi che da decenni tutti i movimenti radicali, negli States come in Europa, hanno promosso il cosiddetto ”squatting”, ovvero l’occupazione abusiva. Stavolta pero’ potrebbe essere diverso.
A cercare di occupare le case in modo abusivo non sono piu’ giovani in cerca di spazi dove dare sfogo alla propria creativita’, ma famiglie intere che non sanno piu’ dove ripararsi per l’inverno, che in certi stati dell’Unione è micidiale. Ed è per questo che sembra crescere la percentuale di americani che cominciano a vedere con simpatia questo tipo di azioni e si schierano nettamente contro l’avidita’ delle banche, che per molti sono diventate il nemico pubblcio numero uno.
Complici la crisi economica e il continuo allargamento delle differenze sociali tra pochi ricchissimi e una gran massa di nuovi poveri, in tanti offrono un tacito appoggio a quel 99% del popolo americano che si batte contro l’1% dei supermiliardari. E non e’ un caso che proprio di recente Barack Obama ha cominciato a calcare la mano scagliandosi sempre di piu’ contro l’egoismo degli straricchi, che non vogliono pagare un briciolo di tasse in piu’ e fare la loro parte nella battaglia, assieme al ceto medio, per ridurre il debito pubblico, quella montagna di titoli di stato in mano alla Cina che attanaglia l’economia americana e blocca ogni intervento a favore dello sviluppo.
Al grido, ”abitare in una casa e’ un diritto umano”, e ”vanno salvate le persone e non le banche”, in tanti stanno rompendo lucchetti ed entrando nei loro appartamenti di un tempo. Ovviamente si tratta di un’azioni illegali, e la polizia non mancherà di intervenire, sotto gli occhi delle telecamere che mostreranno all’America scene strazianti.
Ma quelli di ”Occupy Our Home” sono convinti che i veri criminali non sono loro che cercano un tetto per dormire al caldo. Piuttosto, credono che i primi ad aver infranto la legge siano stati i capi della grande finanza che con le loro pratiche spregiudicate hanno creato le condizioni per lo scoppio della crisi economica.
8 dicembre 2011 | 14:41
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