”Ieri c’e’ stata la riattivazione di una sequenza di scosse nella zona del Pollino. Cosa che ci sta preoccupando, perche’ la magnitudo sta crescendo”. A dirlo e’ Marco Mucciarelli, professore di sismologia all’Universita’ della Basilicata, che collabora con il Cnr di Tito (Potenza). ”Questa sequenza di scosse e’ attiva da dicembre – conclude riferendosi allo sciame sismico in atto sul Pollino- ma non sappiamo ancora come si evolvera”’. Quanto al fatto che queste scosse possano essere collegate con quelle in Emilia-Romagna, l’esperto risponde che non si puo’ dire: ”C’e’ un forte dibattito nel mondo scientifico su questo. Alcuni sostengono che vi siano dei periodi in cui si concentrano i terremoti, mentre per altri e’ una semplice fluttuazione statistica”.
Di seguito i contenuti forniti dall’analisi dell’Ingv sul terremoto di ieri sul Pollino (magnitudo 4.3 Richter):
Inquadramento dell’area e terremoti storici
L’area in oggetto si estende a sud dell’Appennino meridionale e comprende la parte montuosa del Pollino, tra le province di Potenza e Cosenza. L’area è compresa tra due zone ad alta sismicità caratterizzate da forti terremoti storici. A nord, il terremoto più rilevante è quello del 1857 (M=7.0), che colpì la Val D’Agri, e a sud i terremoti più importanti, con magnitudo superiore a 6.5, sono localizzati nella Sila.
Nel Pollino non ci sono stati eventi con magnitudo paragonabile alle suddette aree e sono riportati terremoti comunque inferiori a 6.0 di magntitudo. Entro 20 km dalla zona della sequenza nel catalogo storico sono indicati due eventi, uno avvenuto nel 1708 con magnitudo stimata di 5.6 e uno nel 1998 di magnitudo pari a 5.7. Questi due eventi non hanno prodotto intensità macrosismiche superiori al 7-8 grado della MCS.
Andamento dell’attività sismica recente
Dal 2010 l’area del Pollino è caratterizzata da diversi periodi di attività sismica frequente intervallati da periodi di relativa calma. In particolare, i picchi di massima attività si sono avuti ad Aprile 2010, a Ottobre 2010 e soprattutto tra Novembre e Dicembre 2011. Dopo il massimo di attività di novembre-dicembre 2011, la sismicità dell’area si è attestata su livelli piuttosto modesti, con pochi terremoti per giorno. Il terremoto di ieri è avvenuto a sud-est rispetto alla zona dove si era concentrata la sismicità nei mesi scorsi. L’attività di ieriinclusa la replica principale di M3.2 delle 3:32, si è concentrata in un’area di circa 10 km a nord dell’evento di M4.3.
Meccanismo focale del terremoto
Il terremoto ha avuto meccanismo focale distensivo, con piani di faglia orientati NW-SE e asse di massima estensione circa ENE-WSW. La magnitudo momento derivata dal calcolo del momento tensore è pari a 4.3. Anche il calcolo del momento tensore suggerisce che il terremoto sia avvenuto a piccola profondità ipocentrale. I meccanismi focali dei terremoti precedenti non sono molti. A parte quelli del Tirreno e dello Ionio causati da processi tettonici differenti, gli unici meccanismi in aree adiacenti sono quelli della zona del Mercure (terremoti del 1998) che evidenziano anch’essi una tettonica estensionale.
Pericolosità sismica dell’area in oggetto
Tutte le conoscenze scientifiche al momento disponibili sono riassunte nella Mappa di Pericolosità Sismica del territorio nazionale (GdL MPS, 2004; rif. Ordinanza PCM del 28 aprile 2005, n. 3519, All. 1b; Stucchi et al., 2011) dalla quale si rileva che l’area in oggetto è ad alta pericolosità.
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