Pubblicate comunicazioni ufficiali sul caso UFO "Friendship 7"
Cosa sarebbero le "lucciole" che John Glenn dice di aver visto nel corso del primo volo spaziale orbitale degli Stati Uniti? Da sempre si discute sulla possibilità che egli abbia potuto vedere degli oggetti volanti artificiali, cioè degli UFO di origine extraterrestre. Il mistero è già di per sè molto affasciante, in quanto ha interessato direttamente un astronauta degli Stati Uniti d'America e ci sono prove documentarie di tipo "ufficiale".
Un nuovo sito web chiamato Spacelog, una società a partecipazione open source, ha l'intento di pubblicare e rendere più accessibile al pubblico, dati riguardanti le missioni spaziali e attualmente ha pubblicato la missione Apollo 13 e Mercurio Friendship 7, ma altre saranno in arrivo in futuro.
Qui di seguito abbiamo la possibilità di leggere parte della trascrizione dove John Glenn descrive le piccole particelle misteriosamente illuminate che circondano la sua capsula:
John Glenn
Questa è la Friendship 7. Cercherò di descrivere quello che sto vedendo da qui dentro. Ci sono una grande massa di particelle molto piccole, che vengono brillantemente illuminate come se fossero luminescenti. Non ho mai visto niente di simile. Sono un pò tutte attorno, stanno arrivando dalla capsula, e sembrano come piccole stelle come una doccia.
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John Glenn
Essi turbinano attorno alla capsula e passano davanti alla finestra e sono tutte brillantemente illuminate. Probabilmente sono a 7 o 8 metri di distanza, ma le posso vedere tutte verso il basso sotto di me, anche.
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Capcom
Roger, Friendship 7. Riesci a sentire l'impatto con la capsula?
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John Glenn
Negativo, negativo. Sono molto lente, non vanno lontano da me a più di 3 o 4 miglia all'ora. Stanno andando alla stessa velocità circa. Sono solo leggermente sotto la mia velocità.
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John Glenn
Lo fanno, lo fanno hanno un moto diverso, anche se, da me perché turbinano attorno alla capsula, per poi ripartire di nuovo nella direzione in cui vado.
00 01 16 46
John Glenn
Sta ricevendo?
Cosa erano in realtà queste "lucciole"? Nel film "The Right Stuff" le lucciole sono considerate entità dio origine aliena, o forse parte di immaginazione di Glenn. Gli ingegneri che controllavano la missione spaziale erano preoccupati per un eventuale cedimento dello scudo termico della nave spaziale e che stesse cadendo a pezzi.
La risposta non fu confermata fino alla successiva missione Mercury, Aurora 7, grazie all'astronauta Scott Carpenter nel maggio 1962. Carpenter vide anch'egli le lucciole, o fiocchi di neve, come li chiamava lui, e rapidamente fu in grado di identificarne la fonte. Erano piccoli pezzi bianchi di brina dal lato del veicolo spaziale. La condensa raccoltasi al di fuori della navicella, quando la capsula passò dal calore del Sole al buio freddo orbitale creò uno strato di brina. Quando poi la navicella rientrò nuovamento sotto la zona di illuminazione del Sole, la brina si sarebbe sciolta in fiocchi e avrebbe galleggiato intorno alla capsula. La luce del Sole gli avrebbe anche resi "luminescenti". Quando Carpenter diende qualche colpetto a lato della capsula, apparvero alla vista esterna più fiocchi luminescenti, confermando l'ipotesi che si trattava di brina staccatasi dal metallo della capsula.
La spiegazione all'epoca sembrò placare ogni sospetto. Eppure, come tutti sappaimo, vi sono decine i videoclip pubblicati dalla stessa NASA in cui appaioni fenomeni analoghi, visibili all'epoca dalla Stazione Orbitale MIR e più di recente dalla Stazione Internazionale. In molti altri casi non si parla di "fiocchi di neve" o di brina, ma di velivoli che sfidano le leggi dell'avionica, lasciando increduli probabilmente gli stessi tecnici aerospaziali. Sarebbe bello ottenere le conversazioni ufficiali e i pareri degli scienziati anche su quel tipo di manifestazioni, che a mio parere non sono del tutto da trascurare perchè dotate di video da fonte ufficiali. Approfondiremo prossimamente questo tipo di manifestazioni ufologiche, proponendo una serie di spiegazioni scienfitiche.
Foto: L'astronauta John Glenn, fotografato durante il suo volo nello spazio da un sistema automatico montato all'interno della Friendship 7. Credit: NASA
Traduzione a cura di Arthur Mc Paul (collaboratore Centro Ufologico Ionico)
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