Le Api sigillano il polline contaminato
Se non avete vissuto su un altro pianeta negli ultimi 5 anni, vi sarà noto il fatto che le api stanno sparendo. E' una tragedia che non interessa soltanto la biodiversità animale e vegetale, ma ha un impatto diretto sull' economiaagricola di molti Paesi. Le api, però, non se ne stanno semplicemente ad osservare la scomparsa dei loro simili, senza far nulla: in alcuni alveari è stato recentemente osservato un nuovo e affascinante comportamento che prevede la sigillazione di alcune celle dell'alveare contenenti polline contaminato da pesticidi e altri inquinanti.
Questo nuovo comportamento, definito "entombing" e osservato per la prima volta nel 2009, si sta espandendo a macchia d'olio in molti alveari in tutto il mondo. "E' una scoperta nuova, e molto interessante. Il fatto è che le api percepiscono i pesticidi e li sigillano. Riconoscono che qualcosa è sbagliato con il polline, e lo incapsulano" dice Jeff Pettis, entomologo del Dipartimento dell'Agricoltura americano. "Le api di solito non isolano il polline". Le api isolano il polline con il propoli, una specie di resina dalle proprietà antimicotiche e antibatteriche utilizzata per sigillare celle contenenti sostanze pericolose o parassiti. L'entombing viene effettuato dalle operaie, le uniche che sembrano accorgersi dei livelli tossici di pesticida del polline raccolto.
Lo sforzo delle api sembra però non ottenere alcun risultato positivo. Molte celle di polline sigillate sono state trovate in alveari che successivamente hanno visto la morte di tutte le api che li popolavano. "La presenza di sigillazione è il singolo segnale più evidente della fine di una colonia. E' un meccanismo di difesa che ha fallito" dice Pettis. Le celle di polline sigillate contengono non solo pesticidi comuni, ma anche un pesticida utilizzato dagli apicoltori per combattere una delle cause del Colony Collapse Disorder, e che potrebbe essere nocivo per le api. "Gli apicoltori, e io sono uno di essi, hanno bisogno di guardarsi allo specchio e chiedersi cosa stanno facendo. Di certo questi prodotti hanno effetti sulle api. E' una questione di bilanciamento: se non si controlla il parassita, le api muoiono. Se lo si controlla, le api vivono ma ci sono effetti collaterali. Questa cosa deve essere gestita".
E' ormai convinzione comune che i pesticidi non siano l'unico motivo del declino delle api. "I pesticidi sono un problema, ma non sono quello principale" dice Pettis. Inquinamento, malattie, funghi che lavorano in concerto con agenti virali, e riduzione dell'habitat sono tutti fattori che contribuiscono alla scomparsa di interi alveari in brevissimo tempo. Un esempio è quello della riduzione delle fonti di cibo disponibili per le api: come gli antichi marinai si ammalavano di scorbuto per carenza di vitamina C, così accade anche alle api, che si trovano a dover affrontare l'assenza di alcune specie vegetali che in precedenza rappresentavano fonti di cibo fondamentali, in grado di offrire una vasta gamma di nutrienti. Le api che vivono nei pressi di attività agricole intensive hanno mostrato sintomi di malnutrizione, specialmente se messe a confronto con api selvatiche che crescono lontano dall'attività umana. Il calo della biodiversità dei fiori che un tempo nutrivano le api sta contribuendo a far scomparire questi insetti. "E' una questione di interazione tra differenti fattori, e abbiamo bisogno di studiare queste interazioni più da vicino" dice Pettis.
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