Gli effetti di una delle tante colate di fango che si sono abbattute sul territorio colombiano
Lo spostamento del “fronte di convergenza intertropicale”, verso il Venezuela e la Colombia, è all’origine delle forti piogge, dei rovesci e dei forti temporali che ormai da diverse settimane si stanno battendo senza sosta tra il Venezuela e gran parte del territorio colombiano. Tutta colpa della“Nina” che si sta rafforzando sopra il Pacifico equatoriale, incentivando un notevole raffreddamento delle acque superficiali oceaniche davanti le coste peruviane ed ecuadoregne. Le vistose anomalie termiche negative delle acque oceaniche, derivate dall’azione della “Nina”,hanno rallentato le stagionali fluttuazioni dell’ITCZsul fronte sud-americano, agevolando un suo stazionamento quasi permanente nei pressi della bassa costa caraibica venezuelana e sulla parte settentrionale della Colombia. Lo stazionamento dell‘ITCZ su queste aree sta alimentando una intensa e persistente attività convettiva che favorisce la genesi di continui addensamenti cumuliformi (Cumulonembi), specie durante le ore pomeridiane e serali, che apportano forti acquazzoni e alle volte veri e propri diluvi torrenziali, in grado di provocare l’esondazione di molti corsi d’acqua e fiumi, innescando numerose frane e smottamenti nelle aree montuose. Purtroppo le intense precipitazioni e le conseguenti inondazioni hanno cagionato enormi danni materiali e parecchie vittime tra Venezuela e Colombia. Solo in Colombia, nelle ultime settimane, secondo quanto riferito dalle autorità colombiane, sarebbero morte oltre 134 persone, innumerevoli i dispersi. Gran parte delle vittime sono da imputare alle gigantesche frane e alle colate di fango che si sono riversate su diversi villaggi (per lo più baraccopoli) costruiti lungo versanti montuosi ad elevata pendenza e già vulnerati dalle precedenti alluvioni degli anni passati. In alcune aree ci sarebbero interi villaggi sepolti da fango e detriti. I danni materiali si fanno sempre più pesanti, basti pensare che almeno 80.000 case o abitazioni sono rimaste distrutte o seriamente danneggiate. Le forti piogge e le inondazioni stanno coinvolgendo circa 430 Municipi in tutta la Colombia, un numero davvero ingente.
Evacuazioni in un quartiere allagato vicino il centro di Bogotà
Fra questi vi rientra pure quello della capitale Bogotà che è stata colpita da forti acquazzoni e temporali che hanno determinato vasti allagamenti in diversi quartieri. Il fiume Bogotá, a causa delle forti piogge che si sono abbattute sulle aree montuose limitrofe, è esondato in più punti, allagando varie zone della principale città colombiana. Nell’area periferica invece sono state le frane e gli smottamenti a creare i maggiori disagi, con l’interruzione di diverse strade. Non va meglio in Venezuela dove le insistenti piogge e i temporali di questi giorni stanno creando notevoli criticità, tanto da preoccupare persino il presidente venezuelano, Hugo Chavez. Anche nello stato venezuelano le piogge e i temporali hanno provocato frane, smottamenti e colate di fango, con danni a villaggi e centri abitati. Molti villaggi e centri abitati, soprattutto nell’ovest del Paese, sono stati prontamente evacuati per il timore di nuovi smottamenti in caso di precipitazioni, anche moderate.Nelle zone montuose del sud-ovest, sul versante nord-orientale della Cordigliera di Merida, molte strade sono state interrote da frane e colate di fango. Piogge e forti temporali continueranno, anche nei prossimi giorni, a flagellare buona parte del territorio colombiano e la parte occidentale del Venezuela, con fenomeni anche intensi. L’estensione verso est del “fronte intertropicale” dovrebbe favorire uno spostamento delle piogge e dei temporali, collegati direttamente all‘ITCZ, sul bacino Amazzonico (nord del Brasile) e sulla Guyana Francese, dove nei prossimi giorni si realizzeranno le condizioni ideali per la formazione e lo sviluppo di grandi nuclei temporaleschi, capaci di apportare forti piogge e intensi rovesci. L’aria umida pilotata dagli Alisei contribuirà a rendere le precipitazioni insistenti, con elevato rischio di inondazioni anche sulla parte settentrionale del bacino amazzonico.
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