GIAPPONE
Nucleare, la paura dopo lo tsunami
Gli esperti: "Tokyo non dice la verità"
L'allarme nelle tre centrali: secondo l'Agenzia nucleare francese e un ex progettista di reattori, si registrerebbero emissioni molto superiori a quelle dichiarate ufficialmente. Non si esclude ancora l'ipotesi della fusione del nucleo nelle aree interessate, un "vulcano radioattivo". Anche negli Usa una struttura di uguale concezione, costruita su una faglia
ROMA - L'allarme atomico sulla centrale di Tokai, ll terzo in due giorni, è parzialmente rientrato. Ma l'attenzione sui reattori di Fukushima 1 è altissima. Le tre strutture sono ormai tutte raffreddate con acqua di mare e acido borico, gli incidenti hanno provocato il superamento del limite legale di radioattività. Altri malfunzionamenti si sono verificati a Onagawa nella zona di Miyagi, poi l'allerta su Tokai, distante appena 120 chilometri da Tokyo: due unità di raffreddamento su tre sono fuori uso. Una giornata molto difficile, in cui l'Autorità meteo giapponese ha allertato sull'arrivo di nuove scosse di magnitudo 7 1, e in cui il paese conta migliaia di morti e dispersi.
Fukushima. La ferita atomica di Fukushima fa paura a tutto il Giappone. Dopo la perdita di radiazioni dovute alla distruzione della gabbia di contenimento più esterna del reattore 1, che ha causato la contaminazione di almeno 160 persone, si è aperto un fronte di contenimento anche sul reattore 3, le cui barre di combustibile hanno subito danni. "La situazione resta grave", è stato detto dalle autorità. Stamattina un tecnico è morto, e sabato undici persone sono rimaste ferite negli incidenti accaduti alle centrali nucleari di Fukushima della zona. Per quanto riguarda le possibili conseguenze, resterebbe in piedi la possibilità di un'esplosione. E non è scongiurata l'ipotesi peggiore, la più spaventosa: la fusione del nocciolo, il "meltdown". Ossia la catastrofe.
Il premier giapponese Naoto Kan ha assicurato che "non ci sarà un'altra Chernobyl", ma i danni subiti dagli impianti di raffreddamento delle 11 centrali interessate dagli eventi sismici si sono diffusi in tempi rapidi.
Gli incidenti da Fukushima a Onagawa. Fukushima, centrale numero 1, reattore 1. Dopo il sisma, una reazione chimica ha provocato l'esplosione della gabbia esterna di contenimento del reattore. Lo scoppio è avvenuto nel pieno di una procedura di decompressione. La reazione ha coinvolto l'idrogeno, ma il contenitore in acciaio e cemento è rimasto intatto. Come misura di raffreddamento di emergenza, si è pompata acqua marina addizionata di boro, per neutralizzare potenziali criticità.
Dopo l'incidente al reattore 1, è il numero 3 ad entrare in crisi, a causa dell'incapacità dell'acqua di coprire le barre di combustibile. Al punto da far spuntare l'ipotesi di una nuova esplosione, e addirittura quella della fusione, anche se il portavoce del governo, Yukio Edano ha escluso lo scenario più temuto, spiegando che la temperatura resta sotto controllo. Il grande problema del reattore 3, se dovesse verificarsi un incidente simile a quello del numero 1, verrebbero dalle differenze di alimentazione. A differenza del primo, alimentato con normali barre di uranio, il numero 3 funziona con un tipo di combustibile chiamato Mox formato da una miscela di ossidi di uranio e plutonio. In questo caso, il fallout radioattivo potrebbe essere due volte peggiore.
Dopo il numero 3, anche il secondo reattore ha manifestato malfunzionamenti. Naoto Kan ha deciso di coinvolgere la Toshiba, costruttore dell'intera struttura, nella gestione dell'emergenza, con lo scopo di prendere "azioni risolute" per scongiurare il peggio. Problemi e necessità di raffreddamento d'urgenza anche per il reattore della centrale di Onagawa, dopo un incendio e fuoriuscita di vapore controllata. Secondo esperti, il raffreddamento forzato ad acqua di mare potrebbe, alla lunga, portare alla corrosione delle strutture e al loro precoce smantellamento.
L'incubo della fusione. L'esperto: "Tokyo non dice la verità". Secondo l'agenzia nucleare francese, le emissioni radioattive del reattore 1 sarebbero molto più consistenti di quanto dichiarato dalle autorità giapponesi. Il valore di emissioni radioattive potrebbe essere di 1 millisievert per ora (mSv/h), mentre l'indice di radioattività naturale si misura attorno allo 0,0001 mSv/h.
Ma quella dell'agenzia nucleare francese non è l'unica voce con dati e misure diverse da quelle ufficiali. Masashi Goto è un ex progettista di centrali nucleari, e durante una conferenza stampa poi ripresa dalla Bbc, ha accusato il governo giapponese di non dire tutta la verità sulla situazione degli impianti atomici danneggiati dal terremoto. Secondo Goto, per il Giappone "si prospetta una crisi gravissima": uno dei reattori dell'impianto di Fukushima-Daiichi è "altamente instabile". E soprattutto che le conseguenze di un'eventuale fusione sarebbero "tremende".
Finora il governo giapponese ha detto che un'eventuale fusione non porterebbe al rilascio di dosi significative di materiale radioattivo. Ma Goto risponde con un'analisi tecnica: "I reattori di Fukushima-Daiichi sono sottoposti a aumenti di pressioni ben oltre i livelli previsti quando sono stati costruiti", dice. Secondo il progettista, ci sarebbe "il grave rischio di una esplosione con materiale radioattivo sparato su un'area molto vasta, ben oltre l'area di evacuazione di venti chilometri imposta dalle autorità". L'esperto nucleare ha accusato il governo di nascondere deliberatamente informazioni vitali: "Non è stato detto abbastanza su come è stato ventilato l'idrogeno". Goto ha anche descritto come "altamente inconsueto e pericoloso" l'uso dell'acqua di mare per raffreddare i reattori di Fukushima-Daiichi.
Un "vulcano radioattivo". Goto descrive lo scenario peggiore, la fusione del nucleo. Che potrebbe verificarsi in caso di caduta delle barre, e il loro mescolamento con l'acqua. La reazione sarebbe un'esplosione di materiale solido, che l'esperto descrive come "un vulcano che diffonde materiale radioattivo". Un'emissione venefica che potrebbe essere potenziata e diffusa dal vapore o una esplosione dell'idrogeno possono disperdere le scorie oltre 50 chilometri". Un fallout molto esteso, a cui si potrebbe aggiungere l'azione dei venti, anche verso il Pacifico. Goto conclude paventando il rischio di una reazione a catena, in uno scenario tremendo: "Tutto rischia di essere moltiplicato: ci sono molti reattori nella zona. Ci potrebbero essere molte Chernobyl".
L'Aiea: Oganawa è ok. "La radioattività è tornata a livelli normali nella centrale nucleare di Oganawa" scrive l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica citando le rivelazioni delle autorità giapponesi.
Paura anche negli Usa. Preoccupa negli Stati Uniti la centrale nucleare di San Onofre, concepita decenni fa e costruita all'inizio degli anni '80 accanto ad una faglia, in California. E' una delle due centrali nucleari della California, l'area con maggiori rischi sismici di tutti gli Usa. Negli Stati Uniti le centrali sono 104, 23 delle quali di concezione simile a quella nipponica di Fukushima. La centrale di San Onofre è concepita per resistere a terremoti di una magnitudo 7 sulla scala Richter, quello giapponese ha raggiunto magnitudo 9. Si trova non lontano dal mare, a metà strada tra Los Angeles e San Diego, e fornisce elettricità a circa 1,4 milioni di persone nel sud della California.
(13 marzo 2011)
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