Gli astronomi della Nasa hanno individuato una coppia di pianeti gemelli, di misure simili a quelle delle Terra, che orbitano intorno a una stella del tutto simile al sole. Li hanno battezzati Kepler 20 e Kepler 20f: lo hanno annunciato ieri i ricercatori della missione Kepler, un programma per la ricerca di pianeti al di fuori del sistema solare.
Sembra scoppiato un barattolo di piselli!! Ora Kepler scopre altri pianeti e addirittura simili alla Terra...ma guarda un po... Li hanno battezzati Kepler 20 e Kepler 20f - lo hanno annunciato ieri i ricercatori della missione Kepler, un programma per la ricerca di pianeti al di fuori del sistema solare.
“Questa scoperta dimostra per la prima volta che intorno ad altre stelle esistono pianeti simili alla terra, e che noi possiamo esplorarli” ha detto Francois Fressin, dell’Harvard-Smithsonian Center per l’astrofisica di Cambridge (Massachusset). Un passo molto incoraggiante quindi, nell’ipotesi di poter rintracciare sistemi che consentano la sopravvivenza di forme di vita.
Sulla presenza di viita sui due pianeti scoperti ieri gli scienziati restano cauti, perché sarebbero a una distanza tale dalla loro stella che li renderebbe troppo caldi. Secondo le prime indagini i pianeti, di composizione rocciosa, avrebbero anche altri tre pianeti gassosi “fratelli”, nello stesso sistema, che si trova a circa mille anni luce dal nostro, nella costellazione Lyra.
E questa scoperta segue di pochi giorni quella di Kepler 22b, il pianeta due volte più grande della Terra, che si troverebbe alla distanza “giusta” dal suo Sole ma secondo l’astronomo David Charbonneau sarebbe troppo grande per poter ospitare la vita. Kepler-22b orbiterebbe attorno alla propria stella a una distanza del 15 per cento inferiore a quella della Terra dal Sole e riceverebbe una quantità di calore “giusta” per mantenere sulla sua superficie una temperatura media (circa 22 gradi) tale da permettere l’esistenza di acqua liquida in superficie.
La presenza di acqua liquida è una delle caratteristiche più importanti per poter ospitare la vita, ma mantenere una grande quantità d’acqua in forma liquida è una condizione ritenuta difficile e combinazione di molti fattori, di cui il più importante è avere l’ orbita in una ben limitata distanza dalla sua stella. Lo strumento principale del satellite Kepler è un sensibilissimo fotometro in grado di misurare le piccole variazioni della luminosità delle stelle lontane causate dell’eventuale transito (e quindi parziale oscuramento) di possibili pianeti. La missione Kepler, lanciata dall’agenzia spaziale americana nel 2009, deve il nome al celebre astronomo Johannes Kepler autore delle leggi del moto dei pianeti ha identificato altri 54 “candidati” pianeti che orbiterebbero nella fascia abitabile. Kepler 22b è primo tra questi la cui orbita sia stata confermata anche da telecopi e osservatori da terra.
A cura della Redazione Segnidalcielo
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