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(ANSAmed) - ROMA - Idlib, la capitale dell'omonima provincia nordoccidentale siriana, è stata "completamente distrutta" dalle truppe di Damasco, che hanno bombardato "anche un ospedale", mentre nella vicina Jabal Al Zawya, teatro di uno scontro sanguinoso la scorsa settimana, i "jet governativi hanno bombardato una moschea dove 100 civili pregavano o si erano rifugiati". Lo ha riferito un ufficiale dell'Esercito siriano libero (Esl), Mohamed Hamdo, alla Cnn.
"Abbiamo informazioni che loro (le truppe fedeli al regime di Bashar al Assad, ndr) stanno preparando un attacco per controllare il confine con la Turchia. Stiamo organizzando i nostri plotoni per lanciare una controffensiva. Stanno usando razzi terra-aria, mortai, jet e artiglieria", ha detto il militare dell'Esl all'emittente americana.
Intanto, gli scontri armati si propagano fin nei sobborghi della capitale, con il Daily Telegraph che ha verificato la presenza di gruppi di disertori anche a Douma, città satellite ad un passo dal cuore del regime: "Siamo qui per difendere i dimostranti", ha detto un responsabile al quotidiano britannico, ammonendo il regime di Assad di "poter colpire anche il Palazzo presidenziale". Stando ai bilanci, in continuo aggiornamento, forniti dai Comitati di coordinamento locale e dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), da lunedì a ieri oltre 250 siriani sono stati uccisi in scontri tra disertori e milizie lealiste e nell'ormai quotidiana repressione militar-poliziesca delle forze fedeli al presidente Assad.
L'agenzia ufficiale Sana ha dal canto suo riferito dell'uccisione da parte di bande armate di cinque persone, di cui tre civili, un colonnello e un autista di un mezzo militare, e del ferimento di altri 12 a Homs. Sempre la Sana parla di arresti di decine di ricercati a Idlib e Daraa e di scontri a fuoco con terroristi a Homs. Molti di loro - scrive l'agenzia - sono morti o sono stati feriti. Per gli attivisti le località dove si sono registrate, anche ieri, le uccisioni più numerose sono quelle di Idlib, di Homs e dintorni, quelle attorno a Hama e altre nei pressi di Daraa.
In questo clima è atteso oggi l'arrivo della prima squadra di 30 osservatori della Lega Araba a Damasco: un'avanguardia guidata dal diplomatico egiziano Samir Sayf al Yazal, che preparerà il terreno logistico per l'arrivo degli altri 120 osservatori, che saranno operativi entro la fine del mese.
L'intera missione sarà guidata dal generale sudanese Muhammad al Dabi, già capo dei servizi di sicurezza militari di Khartum e coordinatore tra il governo sudanese e le forze d'interposizione congiunte Onu-Unione africana dispiegate nel Darfur.(ANSAmed).
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