Ecco scarpe che trasformano passi in energia
Allo studio anche una cintura wireless che misura lo stato di salute
18 maggio, 15:40 ROMA - Hanno l'aspetto di normali scarpe da ginnastica, ma riescono a convertire il movimento in energia: non sono di per sé uno strumento per fare diagnosi a distanza, ma potrebbero essere utili per azionare dispositivi medici in ambienti difficili, come scenari di guerra. Le scarpe piezoelettriche sono fra i prototipi presentati oggi a Roma, nel convegno sulla telemedicina organizzato dall'Ufficio generale della sanità militare dello Stato Maggiore della Difesa, presso il Policlinico Militare Celio.
I prototipi presentati oggi possono trovare applicazioni sia in ambito militare che civile (dall'assistenza agli anziani al controllo degli astronauti impegnati sulla Stazione Spaziale Internazionale o in future missioni sulla Luna). Per esempio, la sinergia tra Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e ministero della Difesa "é assolutamente strategica per l'implicita dualità delle tecnologie satellitari", ha detto il consigliere del ministero della Difesa per l'Aerospazio, Marco Airaghi. "Si tratta di progetti in fase di studio ed è difficile attualmente prevedere quando potranno diventare dispositivi di uso comune", ha detto Emilio Sardini, del dipartimento di Elettronica per l'automazione dell'università di Brescia. Per immagazzinare energia è stato messo a punto anche uno zaino, la cui efficienza aumenta con il peso. Sono stati anche ideati una cintura wireless che raccoglie dati su elettrocardiogramma, frequenza cardiaca, respiro, temperatura corporea e che permette anche di trasmettere a distanza anche dati che permettono di sapere se chi la indossa sta camminando, se è sdraiato o se è caduto. Su una tessera di silicio di un centimetro quadrato è stato realizzato un laboratorio di analisi per valutare, per esempio, la qualità dell'acqua e verificare se in essa sono presenti microrganismi nocivi. Sensori per garantire la sicurezza di chi lavora lontano da casa e in ambienti difficili sono stati messi a punto dall'Asi per valutare la qualità del respiro, passando in rassegna in pochi minuti oltre 250 dati. Per Mariano Bizzarri, del Consiglio scientifico dell'Asi, progetti di telemedicina in Italia ci sono e sono tanti, ma "non sono coordinati, la normativa è carente e manca un raccordo con le istituzioni".
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