Sacrificarne uno per salvarne otto
Un momento dell'animazione dell'evoluzione del Sistema Solare fra 30 milioni di anni prima dell'instabilità e 20 milioni di anni dopo l'instabilità. (Cortesia: Southwest Research Institute)
Un gigante gassoso ci salvò
di Eugenio Antonioli
ResearchBlogging.orgQuando esisteva solo da 600 milioni di anni, il nostro Sistema Solare ospitava probabilmente un quinto pianeta gassoso oltre a Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Un pianeta di cui oggi si è persa ogni traccia. Un pianeta al quale dovremmo tutti essere molto grati. Perché è grazie a lui se oggi siamo qui a leggere queste righe.
In un articolo pubblicato su “The Astrophysical Journal Letters” , dal titolo “Young Solar System’s Fifth Giant Planet?” , David Nesvorny, del Southwest Research Institute americano, espone la sua teoria del pianeta mancante per spiegare il fallimento di migliaia di simulazioni dell’evoluzione del Sistema Solare con appena otto pianeti: in ognuna di esse, infatti, Giove finisce per espellere Urano o Nettuno dalla relativa orbita.
La ricerca di Nesvorny parte da recenti studi, i quali suggeriscono che i pianeti giganti di tipo gassoso, dopo la loro nascita, si assestarono in orbite risonanti a circa 15 Unità Astronomiche dal Sole e che in seguito Urano e Nettuno furono spinti verso l’esterno dall’interazione gravitazionale con gli altri pianeti gassosi fino a raggiungere le loro orbite attuali. Tramite migliaia di simulazioni al computer, Nesvorny ha osservato la migrazione dei due pianeti e ha concluso che un modello basato su quattro giganti gassosi non porta a un risultato realistico. Infatti le orbite dei pianeti gassosi risultano completamente diverse da quelle odierne e i pianeti terrestri (Mercurio, Venere, Terra e Marte) vengono spazzati via durante la migrazione, come insetti schiacciati da un branco di elefanti.
Ecco allora l’idea di Nesvorny: l’unica alternativa ragionevole è un modello basato su un ulteriore pianeta gassoso, espulso in seguito dal Sistema Solare dopo un’interazione con Giove. In questo modo è garantita la presenza dei quattro i giganti gassosi e dei quattro pianeti terrestri. Compresa la Terra.
Gli indizi a supporto di questa teoria derivano dagli studi sulla popolazione trans-nettuniana di corpi minori, conosciuta con il nome di Fascia di Kuiper, e dalla scoperta dell’esistenza di pianeti extrasolari in posizioni difficilmente spiegabili con i soliti modelli, che vedono i pianeti di tipo terrestre vicini al Sole e i pianeti gassosi in regioni più esterne.
Stanotte fatti una passeggiata in giardino. Poi solleva gli occhi al cielo e, con un moto interiore di riconoscenza, chiediti dov’è finito quell’antico pianeta che ti permette oggi di essere qui.
Nesvorný, D. (2011). YOUNG SOLAR SYSTEM’s FIFTH GIANT PLANET? The Astrophysical Journal, 742 (2) DOI: 10.1088/2041-8205/742/2/L22
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