Sotto i ghiacci di Europa
Basandosi su quanto avviene sotto i vulcani dell'Islanda è possibile spiegare la formazione di alcune strutture caratteristiche del satellite gioviano, oltre ad avere una stima della profondità dell'oceano di acqua nascosto sotto la crosta ghiacciata.
di Luca Nobili
Hanno guardato dentro i vulcani islandesi per carpire i segreti nascosti sopra e sotto la crosta ghiacciata di Europa. Sono i geologi, fisici e astronomi di un gruppo di ricerca dedicato allo studio della luna gioviana, avvolta completamente dal ghiaccio sotto il quale sembra trovarsi un oceano di acqua allo stato liquido. Come mostrato nell’articolo pubblicato su Nature, lo studio è partito da alcune caratteristiche peculiari presenti sulla superficie del satellite, caratteristiche la cui origine non era finora stata spiegata in modo convincente. In particolare il gruppo si è concentrato sui cosiddetti “chaos terrain”, zone ghiacciate dalla forma quasi circolare costituite da tanti blocchi disordinati, che si trovano su differenti livelli rispetto alle regioni circostanti. Esempi sono la Thera Macula, che sembra quasi affondare sotto la superficie, e la Conamara Chaos, una sorta di altopiano con al centro un rilievo dalla forma a cupola.
I ricercatori hanno utilizzato i numerosi dati disponibili sulla morfologia di Europa e sulla sua presunta struttura interna, interpretati sulla base di quanto avviene sulla Terra in regioni fredde come l’Islanda. E’ qui che si trovano i vulcani subglaciali ricoperti di ghiaccio. Quando un vulcano riprende la sua attività, sotto il cratere cominciano a mescolarsi e a interagire dinamicamente acqua liquida e ghiaccio parzialmente sciolto, sottoposti alla pressione dovuta al peso degli strati sovrastanti. Condizioni analoghe a quelle presenti sotto la crosta ghiacciata di Europa. I risultati ottenuti dallo studio riescono a spiegare molto meglio dei modelli precedenti le modalità che portano alla formazione dei chaos terrain. Per lo più la loro origine è da cercarsi nei movimenti che avvengono sotto la crosta ghiacciata del satellite, su una scala equivalente all’area coperta dalla regione dei Grandi Laghi nel Nord America. Interessante il fatto che questi movimenti sembrano avvenire a una profondità media di circa 3 chilometri e richiedono la presenza di acqua allo stato liquido. Potrebbe infatti essere la conferma dell’esistenza di un oceano di acqua liquida situato solo a pochi chilometri di profondità. Se così fosse, una sonda che in un futuro dovesse scendere su Europa potrebbe anche raggiungere quell’oceano, in cerca di dati e di possibili forme di vita.
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