Nessuno sta facendo le domande giuste. Quell’area bonificata è stata una base di sommergibili nucleari della Us Navy. Quindi in quelle acque hanno operato, sostato e sono stati sottoposti a manutenzione numerosi reattori nucleari necessari alla propulsione dei sommergibili. Senza parlare poi di decine e decine di testate nucleari.
Sapere chi ha effettuato e come quella bonifica, che tipo di sostanze ed eventualmente quali tipi di materiali radianti (se ce n’erano) sono stati trovati e soprattutto come e dove eventualmente sono stati messi in sicurezza: queste sono le domande che nessuno sta facendo.
Dopo aver visto le strutture del G8 sardo già ridotte alla fatiscenza in vari punti dopo solo pochi mesi dalla consegna non ci rassicura affatto. Non può rassicurarci leggendo quell’intreccio di imprese a affari e favori e scambi (in rigorosa deroga a ogni regola) che sta emergendo in questi giorni.
Anni fa gli ambientalisti liguri si opposero al dragaggio dei fondali del porto di La Spezia. La paura che si liberassero di colpo enorme quantità di inquinanti smuovendo il limo della rada spezzina era molto forte e a ragione. Poi d’improvviso si trovarono un imprevedibile alleato in quella battaglia: la Marina militare. Perché i militari. Vista la presenza di un dei più grandi arsenali italiani, della Oto Melara e, nonostante sia stato negato a più riprese, di un’area nell’arsenale forse destinata alla sosta di battelli (forse anche a tecnologia nucleare vista la presenza di uno specifico piano di emergenza i caso di incidente nucleare) a propulsione nucleare, l’opposizione della Marina è comprensibile. In una logica di opposizione del Segreto di Stato.
Come oggi anche allora certe domande non vennero fatte. Almeno non vennero fatte con abbastanza forza. Con la giusta chiarezza.
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