Preoccupante è la commistione tra giurisdizione ed etica, un connubio da cui risultano snaturati e pervertiti entrambe. Non solo dunque si dimentica che "in re publica corruptissima plurimae leges" (Tacito), ma che la virtù, comunque la si intenda, non si insegna. La morale è un ambito storicamente determinato: essa diviene un monstrum, non appena si tenta di codificare i valori su cui si fonda. Si rischia di scivolare in leziosi discorsi catechistici o in un'etica rigida ed inumana che è persino peggio della trasgressione. Se poi ricordiamo da che pulpito viene spesso la predica, ossia da istituzioni irrimediabilmente corrotte e votate al male, possiamo soltanto respingere certi moniti ed ammaestramenti.
Valgono molto più gli esempi, se qualcuno ancora vi presterà attenzione, che mille costrizioni.
Anche un'etica eterodiretta, dipendente dalla paura del castigo divino o dalla speranza della beatitudine, è misera.
La coscienza è un tempio talmente sacro che non tollera che neppure uno ierofante vi entri. E' opportuno su alcuni temi tacere, proteggere certe domande e risposte all'interno di uno spazio inviolabile. In ogni caso, diffidiamo di chi vuole imporre la rettitudine, perché nulla è più storto di una rettitudine imposta.
Fonte:Zret blog
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