UN PO' DI STORIA
È noto sin dall'antichità che la Terra ci abbia nascosto dei misteri. Misteri alimentati dalle tradizioni popolari e dai miti appartenenti a molteplici culture di svariate nazioni del mondo. Se da una parte l'azione fideista è riuscita a tramandare conoscenze e verità assai importanti, d'altro canto l'azione della mentalità razionale ha condotto l'uomo ad intraprendere la strada della certezza e della sperimentazione.
Perciò quando la scienza terrestre è riuscita ad avere il sopravvento sulle leggende, ha proposto un modo nuovo di affrontare la verità sulla Terra cava che è iniziato tra la fine del secolo XVII° e l'inizio del XVIII°, per merito del grande scienziato inglese Edmond Halley (1656-1742).
Astronomo e marinaio, Halley era dotato di una personalità fortissima. Pur essendo rimasto legato alla storia per la scoperta della famosa cometa che tuttora porta il suo nome, egli dette un contributo notevole allo sviluppo dell'astronomia che va ben oltre lo studio delle comete e delle loro orbite.
La sua nascita avvenne a Haggerston, una piccola città nei pressi di Londra e in questa capitale frequentò la St. Paul's School. Successivamente frequentò il Queen's College di Oxford dove si distinse per le sue notevoli capacità di studio delle matematiche ed anche delle discipline letterarie.
L'eclettico ricercatore inglese Edmund Halley immortalato con in mano il disegno che mostra la teoria sul pianeta Terra con all'interno altri mondi.
Prima di laurearsi ad Oxford, Halley partì nel 1676 per l'isola di Sant'Elena con la volontà di preparare un accurato catalogo stellare da sovrapporre a quelli dei suoi famosi contemporanei Flamsted ed Hevelius.
Un altro evento rilevante della sua carriera fu la descrizione delle Nubi del Magellano, attraverso la quale si evidenziò come egli avesse intuito la loro composizione: si tratta di stelle formanti un sistema galattico simile a quello a cui appartiene il nostro sole. I risultati conseguiti ebbero un immediato riconoscimento tanto che fu eletto membro della Royal Society e gli fu conferita una laurea ad honorem ad Oxford nel 1678. Intraprese poi una serie importante di studi sulla fisica e collaborò molto alacremente per far emergere definitivamente la genialità di J. Newton.
Naturalmente Halley ebbe modo di portare avanti studi notevoli sulle comete o meglio sulle orbite cometarie che a quel tempo erano assai poco conosciute.
Applicando i metodi di calcolo analitico ideati dal suo amico Newton, Halley ricostruì le orbite di 24 comete apparse nel passato, rendendosi conto che alcune di esse mostravano una grande affinità. Avanzò allora l'ipotesi che si trattasse di una stessa cometa osservata in ritorni successivi e scrisse tale convinzione nel libro "Sinossi dell'Astronomia delle Comete" nel 1705. Si occupò inoltre di meteore, di un'eclisse totale di sole (1715), di stelle variabili, di nebulose, di osservazioni diurne di Venere e delle aurore. Queste ed altre scoperte astronomiche lo consacrarono come un pioniere nell'astronomia stellare tanto da ricevere l'incarico di Direttore dell'Osservatorio di Greenwich a Londra.
Passa tuttora inosservato, o per meglio dire, poco considerato il suo grande lavoro sul magnetismo terrestre e sulla geofisica, branche della scienza di cui fu un grandissimo pioniere.
L'interesse suscitato in Halley dal problema delle longitudini, delle loro determinazioni, lo incoraggiò ad intraprendere degli studi di enorme interesse che protrarrà sino alla sua morte. Avvenne nel 1672 l'inizio delle rilevazioni sul magnetismo terrestre e uno studio così impegnativo lo porterà a formulare un'impressionante ipotesi: il pianeta Terra doveva essere cavo e nel suo interno avere un altro globo.
Analizziamo bene questa sua ipotesi.
Halley ricavò una notevole mole di dati dai suoi viaggi nell'Oceano Atlantico, nel Canale della Manica ed inoltre dalle ricerche degli scienziati dislocati in ogni parte del mondo. Questi dati riguardavano tra l'altro rilievi di meteorologia, astronomia e di navigazione. Ma il lavoro più entusiasmante si rivelò la mappatura delle varianze magnetiche. Preparò, infatti, due carte isogoniche, cioè linee tracciate sulle carte magnetiche le quali congiungono i punti di uguale declinazione del campo magnetico terrestre, i cui valori delle variazioni magnetiche sono stati tuttora giudicati attendibili entro un grado. Presentò queste poi alla Royal Society incluse nell'opera, pubblicata in tre volumi, intitolata "Miscellanea".
Sanciva così l'ipotesi di una Terra cava determinata dall'osservazione di anomalie magnetiche di diversa natura. Ad alcune di queste dette una spiegazione con la presenza di rocce magnetiche, ma per le altre dovette ricorrere all'ipotesi rivoluzionaria della Terra cava.
L'elemento misterioso che si evidenziava in questi studi era che l'ago magnetico della bussola deviasse verso il basso, senza restare nel piano orizzontale. Il fenomeno variava in funzione della latitudine. Ma anche alle varie longitudini le letture della bussola variavano lateralmente dal nord geometrico effettivo.
Halley si accorse di un altro fatto importante: dalle letture della bussola, avvenute negli anni precedenti alla sua ricerca, si evidenziavano delle deviazioni laterali, rispetto alla longitudine, che stavano cambiando.
Ecco allora l'idea geniale: era possibile la presenza di più poli magnetici. Ne conseguiva che la struttura geofisica della Terra dovesse essere costituita da un involucro esterno e da un nucleo interno separato. Tali geoidi concentrici dovevano possedere ognuno il proprio asse di rotazione con i rispettivi poli magnetici nord e sud.
Per spiegare meglio i dati sperimentali, Halley assunse che tali assi dovessero essere leggermente inclinati l'uno rispetto all'altro. Si poteva spiegare inoltre, ammettendo una leggera differenza nella velocità di rotazione, il lento spostamento della posizione del polo nord e sud giacché i diversi poli, nel loro movimento, cercavano di agganciarsi l'uno con l'altro.
Poiché un'ipotesi così affascinante e traumatica fu proposta a partire dal 1683, lo stesso Halley, nel suo lavoro riaggiornato del 1692, la ripropose e la difese con ogni sua risorsa disponibile. In questo trattato inoltre specificava che il periodo richiesto, affinché il guscio esterno guadagnasse o perdesse una rotazione completa rispetto al nucleo, avrebbe dovuto essere dell'ordine di 700 anni.
Purtroppo, sino a quei tempi, le osservazioni erano riferite al periodo di un secolo, perciò lo scienziato ritenne che fosse prematuro formulare una qualsiasi teoria quantitativa del fenomeno. Non pago dei risultati e nonostante le naturali difficoltà, Halley volle provare addirittura a condurre una nuova serie di esperimenti per verificare l'andamento della forza magnetica in funzione della distanza.
Per onor di cronaca si deve affermare che Halley fallì in questo tentativo, che però fu realizzato in modo conveniente da un altro scienziato, che risponde al nome di J.T. Mayer, solo nel 1760.
La sua teoria ebbe altre difficoltà: considerando che tutte le rilevazioni magnetiche non potevano avere come unica spiegazione una tale ipotesi, Halley volle aggiungere altre terre interne con un meccanismo simile alle scatole cinesi. Fu talmente determinato in questa ulteriore ipotesi che nel 1692, di fronte a tutti i componenti della Royal Society, sostenne categoricamente anche la loro grandezza. Simili terre concentriche avevano approssimativamente la dimensione di pianeti come Mercurio, Marte e Venere. Si sentì controbattere che se codeste terre fossero abitate, gli esseri ivi presenti avrebbero avuto bisogno di luce.
Halley, per nulla scoraggiato da un'ennesima critica, suggerì che l'atmosfera interna dovesse essere luminosa e che le aurore boreali erano causate dalle emissioni di luce brillante che attraversavano la sottile crosta del polo.
La teoria di Halley è da annoverare tra quelle più significative e coraggiose che alcuni scienziati hanno proposto alla comunità internazionale. Il suo, però, non fu un caso isolato.
Altri insigni scienziati ebbero lo stesso coraggio nell'avanzare verso un migliore sapere sulla struttura della Terra, riprendendo le teorie e gli studi del ricercatore inglese.
Il matematico svizzero Leonardo Eulero (1707-1783) è stato senza dubbio il più autorevole seguace di Halley. Vissuto per parecchi anni a San Pietroburgo, Eulero fu uno dei massimi rappresentanti della locale Accademia delle Scienze, fondata nel 1725 dalla zarina Caterina Ia.
Conosciuto anche come Leonardo Eulero, Euler è stato sicuramente uno tra i più eccelsi matematici di tutti i tempi.
Fu uno dei più grandi matematici del XVIII° secolo ed uno dei più fecondi di tutti i tempi. Diede contributi fondamentali a quasi tutti i campi della matematica, gettando le basi per gli sviluppi successivi. Si dedicò inoltre all'astronomia, alla meccanica, all'ottica nonché all'artiglieria, alla scienza navale e a molti altri problemi tecnici con una quantità notevole di lavori, sempre pregevolissimi, da meritare massimo rispetto e riverenza, nonostante la mancanza estrema di rigore che gli è stata poi attribuita, seppure le sue qualità di pensatore ed inventore siano tuttora inimitabili.
In sostanza l'opera matematica e scientifica di Eulero è stata gigantesca ed impressionante per quantità, ricchezza di idee e perfezione di calcoli.
Eulero riprese l'idea di Halley sulla Terra con i pianeti multipli al suo interno. In verità non trovò completamente soddisfacente una simile ipotesi e perciò sostituì tutta l'architettura con un sole centrale contenuto nella cavità del pianeta. Secondo le sue deduzioni, questo piccolo sole bastava per fornire calore e luce ad una civiltà sotterranea che egli definiva degli Inferi.
Nel 1741, in seguito alla morte della zarina e alla instabilità creatasi all'interno dell'Accademia, Eulero preferì trasferirsi presso la nascente Accademia della Prussia dove conobbe e collaborò con lo scienziato francese Pierre Louis Moreau de Maupertuis, designato Presidente dal Re di Prussia Federico II°.
Questo eclettico studioso, anche se in forma poco appariscente, darà un contributo assai importante per il sostegno della teoria della Terra cava. Fisico, biologo, matematico ed astronomo, Maupertuis nacque a San Malo nel 1698 e dopo un breve periodo di carriera militare decise di dedicarsi alla scienza e si stabilì quindi a Parigi dove conobbe illustri matematici.
Pierre Louis Moreau de Mapertuis intraprese nel 1736 in Lapponia una spedizione che gli consentì di stabilire con esattezza lo schiacciamento della Terra ai poli, fatto che lo scienziato evidenzia col gesto della mano sinistra sul mappamondo (Museo di St. Malo).
Divenuto membro dell'Accademia delle Scienze, intraprese una serie di studi notevoli tra i quali spiccava il principio della minima azione. Con questo principio si possono ricavare le leggi del moto, poiché in ogni movimento un sistema meccanico tende all'uso migliore dell'energia. Principio che è perfettamente equivalente al secondo principio della dinamica ideato da Newton.
Fu proprio un simile studio a procurargli enormi problemi e la persecuzione satirica che addirittura il filosofo Voltaire gli sviluppò contro, nonostante la loro cordiale amicizia nata parecchio tempo prima.
Nel 1729 Maupertuis, recandosi a Basilea, sviluppò un'importante amicizia con la famiglia Bernoulli ed in particolare con il figlio Johann II°, avviando con lui un rapporto di collaborazione scientifica.
Pur continuando i suoi proficui studi matematici, pubblicò nel 1732 un trattato astronomico: "Discours sur les differentes figures des astres". In quest'opera egli intervenne per la prima volta sul problema della struttura della Terra sostenendo che essa, come tutti gli altri corpi celesti, fosse appiattita ai poli.
Tale affermazione derivava direttamente dalla meccanica newtoniana, ma in quel periodo i Cassini e J.J. de Mairan sostenevano il contrario sulla base delle loro misure del grado di latitudine e vedevano in ciò un ulteriore motivo per preferire la teoria cartesiana a quella di Newton.
Maupertuis intervenne su quelle misure con una serie di memorie, presentate all'Accademia delle scienze negli anni 1733-36, aventi il titolo comune: "Sulla figura della Terra".
La questione richiedeva accurate misure sperimentali e perciò nel 1735 partì per il Perù con una spedizione scientifica. Non avendo ottenuto risultati apprezzabili, riuscì con notevoli sforzi ad ottenere fondi per una nuova spedizione al Circolo Polare Artico. Un gruppo di scienziati esperti partì per la Lapponia sotto la guida di Maupertuis, svolgendo un accurato lavoro di ricerca. Conclusero, senza ombra di dubbio, che il grado di latitudine al Circolo Polare risultava più grande di quello misurato in Francia. Avevano così realizzato la prova sperimentale dell'appiattimento della Terra ai poli, risultato che Maupertuis comunicò senza indugio all'Accademia nel 1737.
Pur continuando i suoi studi sull'astronomia, Maupertuis si dovette difendere, negli anni successivi la sua scoperta, dalle inevitabili polemiche scaturite dalla nuova visione della Terra, illustrandone anche l'importanza con applicazioni alla geografia, alla geodesia e alla navigazione.
Nel 1745 accettò di trasferirsi a Berlino come Presidente dell'Accademia di Prussia dove ebbe l'opportunità di collaborare con illustri studiosi del tempo tra cui, come è stato detto, il matematico L. Eulero. Fu una scelta non ben vista dall'Accademia delle Scienze di Parigi che gli causò risentimenti ed inimicizie soprattutto dopo l'enunciazione del Principio della Minima Azione.
La sua sofferenza fu alleviata dalla profonda stima ed amicizia verso Eulero di cui condivise l'idea rivoluzionaria della Terra cava, appiattita ai poli.
Sicuramente Halley ebbe il vantaggio di aprire la strada a questa affascinante teoria mentre Eulero la modificò in maniera determinante. Mapertuis, d'altro canto, chiuse il discorso.
Sostenendo la teoria della Terra cava, essa non può essere totalmente sferica. L'apertura verso l'interno in pratica le porta via parte della rotondità, proporzionalmente alla dimensione dell'apertura polare. Del resto fino al secolo XVIII°, la Terra era ritenuta sferica anche se la curvatura terrestre non era mai stata vista da alcun uomo del pianeta.
Credo che gli studi e le ricerche, effettuate da questi tre insigni scienziati, avrebbero potuto dare ben altri risultati se fossero state portate avanti dai loro successori. Solamente il matematico scozzese John Leslie riprese l'argomento sulla Terra cava, stabilendo che dovevano esistere due soli interni a cui impose il nome di Plutone e Proserpina. Un magro tentativo che non produsse nessun frutto reale.
Dopo questo intervento, nessun scienziato europeo ha più ripreso ufficialmente l'argomento. Dobbiamo aspettare gli inizi del XIX° secolo per sentire parlare ancora della Terra cava.
Il personaggio che espresse un forte coraggio ed altrettanta determinazione fu un americano del New Jersey di nome John Cleves Symmes (1780-1829). Figlio di un giudice, si può ben dire che fosse nato e vissuto per diffondere la teoria sulla Terra cava.
Possedeva un carattere un po' collerico, ma fondamentalmente era un uomo d'azione che evidenziava questo suo difetto. Si arruolò nell'esercito americano all'età di 22 anni come alfiere e raggiunse il grado di capitano di Fanteria, distinguendosi nelle battaglie contro i Francesi e gli Indiani. Nel 1808 sposò la vedova Mary Anne Lockwood, già madre di cinque figli, mentre nel 1816 si ritirò dall'esercito per dedicarsi completamente allo studio sulla Terra cava.
Inizialmente intraprese l'attività di commerciante, ma ben presto si dedicò alle scienze naturali, in particolare allo studio sulla formazione della Terra. Nel giro di un paio d'anni ritenne che la sua teoria fosse pronta per la divulgazione a livello internazionale che iniziò in maniera imprevista e clamorosa, inviando una lettera a tutti i responsabili dei Governi, dei giornali, dei Circoli culturali dell'America e dell'Europa. Eccola in originale:
Circolare
St. Louis, Territorio del Missouri
Nord America - 18 Aprile 1818
A tutto il mondo,
io dichiaro che la Terra è cava ed abitata internamente, contenente un certo numero di sfere concentriche, l'una interna all'altra, e che essa è aperta ai poli di 12 o 16 gradi. Io impegno la mia vita a sostegno di questa verità e sono pronto ad esplorare la cavità, se il mondo mi appoggerà e mi aiuterà nell'impresa.
John Cleves Symmes
Capitano di Fanteria dell'Ohio
N. B.
Ho preparato per la stampa un trattato sui principi di questa materia, con i quali mostro le prove da un punto di vista superiore, cause di vari fenomeni, e rivelo "il segreto d'oro" del Dr. Darwin. Le mie parole sono al servizio di questo e di nuovi mondi. Dedico tutto ciò a mia moglie e ai suoi 10 figli. Scelgo il Dr. S.L. Mitchell, Sir Humphry Davy e il Barone Alessandro Von Humbolt quali miei protettori. Chiedo 100 coraggiosi compagni, ben equipaggiati, per partire dalla Siberia, nella stagione autunnale, con renne e slitte, sul ghiaccio del mare congelato. Mi impegno a trovare una calda e ricca terra, fornita di rigogliosa vegetazione ed animali, se non uomini, quando raggiungeremo un grado in direzione nord di latitudine 82; ritorneremo nella successiva primavera.
J. C. Symmes
Allegò pure un curriculum personale, firmato da medici ed uomini d'affari del posto, e un certificato medico per attestare la sua salute mentale. Tutto ciò causò molta ilarità, soprattutto nella stampa popolare e scientifica.
Non tutti però la pensarono alla stessa maniera: tra questi possiamo annoverare il Presidente dell'Accademia delle Scienze di Parigi che era favorevole all'incredibile iniziativa.
Nel 1819 Symmes si stabilì a Newport, nel Kentucky, dove scrisse, sotto lo pseudonimo di Capitan Adam Seaborn, il libro: "Symzonia, un viaggio di scoperta". Si trattava di un viaggio fantastico al centro della Terra, dove incontrava gentili creature dalla pelle chiara.
Del contenuto di questo lavoro, resta impressa la logica del capitano Seaborn che afferma categoricamente: "Ero sicuro di assicurare al mio nome un posto imperituro nel gran libro della storia e una nicchia di prim'ordine nel tempo della fama".
È facile immaginare perciò che il viaggio di Colombo, al confronto, rappresenti un'escursione in un laghetto e le sue scoperte solo bazzecole. Symmes non riuscirà a trovare lo straordinario mondo sotterraneo, pur restando il suo più gran desiderio, né a colmare l'ambizione di passare alla storia come il più grande scopritore del pianeta Terra.
Il racconto fantastico di Symmes, nonostante le varie traversie, ha prodotto nel tempo notevoli risultati, coinvolgendo scrittori come E. A. Poe, giornalisti e politici americani, anche perché Symmes iniziò una serie di conferenze nel vasto territorio degli USA. Nei discorsi egli cercava di essere il più convincente possibile e per questo si appoggiava a delle spiegazioni scientifiche semplici ma calzanti. Parlava degli anelli di Saturno, delle calotte polari di Marte, delle ossa a struttura cava, degli steli, delle penne, dei capelli pur di raggiungere l'obiettivo, facendo pure seguire dimostrazioni pratiche come la centrifugazione della sabbia che si divideva in cerchi concentrici secondo la relativa densità.
La sua teoria sulla Terra cava in sostanza si basava su cinque sfere concentriche, ricordando un po' la teoria di Halley. La più esterna, quella conosciuta da tutti, aveva un'apertura al polo nord di 6436 Km di diametro, mentre quella al polo sud addirittura di 9654 Km. La sfera più interna era un sole, avvolto da tre sfere dal diametro sempre maggiore (come le scatole cinesi), capace di riscaldare l'interno ed illuminare il tutto fino a filtrare dalle calotte polari.
Con le sue notevoli risorse Symmes riuscì a riunire grandi folle di curiosi nelle varie conferenze, le quali non ebbero gran successo e soprattutto non procurarono quei soldi per finanziare la spedizione al polo.
Il mappamondo, costruito in legno da John Cleves Symmes, evidenzia come si dovrebbe intendere la struttura della Terra, di cui i poli rappresentano le aperture naturali per raggiungere l'interno.
Tra i tantissimi curiosi, emersero però due personaggi che nel tempo si riveleranno molto importanti ed efficaci. Il primo fu il direttore di un giornale dell'Ohio, Jeremiah N. Reynolds e il secondo un uomo assai ricco, James Mac Bride, sempre dell'Ohio. Si crede che fu proprio quest'ultimo a chiedere al Senatore del Kentucky, Richard M. Johnson, di presentare una petizione al Congresso USA per ottenere un finanziamento per la sospirata spedizione. Lo stesso Mac Bride scrisse un interessante libro intitolato "Terra del Buco di Symmes", con l'intento di migliorare le conoscenze sulla teoria delle sfere concentriche.
Disegno originale, comparso sul libro "Symzonia, un viaggio di scoperta". Nelle numerose didascalie, in cui al numero nove corrisponde il fantastico territorio di Symzonia, a sud dell'equatore, mentre a nord, segnalato con il numero sette, il supposto territorio di Belzubia.
La Terra cava secondo la teoria di Symmes. Si possono notare le tre terre, inglobate da quella esterna. Il quinto globo è il sole interno che nella figura non è rappresentato.
Nonostante gli sforzi profusi, solo nel 1828, grazie alle manovre di corridoio di Jeremiah Reynolds (1808-1858), il Congresso decise di autorizzare questo fantastico viaggio. Il successo era da imputarsi al fatto che Reynolds avesse presentato la spedizione ai poli come un'occasione per annettere nuovi territori ed incrementare, di fatto, i commerci.
Il Presidente degli USA John Quincy Adams (1767-1848) che ha governato il proprio paese dal 1825 al 1829.
L'allora Presidente degli Stati Uniti, John Quincy Adams, espresse la definitiva opinione favorevole, ma la sorte volle che poco tempo dopo egli dovette lasciare il posto al suo successore Andrew Jakson, il quale rifiutò di interessarsi a quest'avventura.
Anche Symmes morì nello stesso anno, cioè nel 1829, senza poter assaporare la gioia di vedere realizzati il suo sogno e l'agognata fama imperitura di scopritore di una terra fantastica.
Reynolds continuò a darsi da fare, nonostante le varie difficoltà, e, tra le tante iniziative, riuscì a partecipare ad una spedizione di cacciatori di foche nei mari del sud (probabilmente il suo racconto ispirò H. Melville a scrivere il capolavoro "Moby Dick"). Diede pure inizio ad un'ulteriore campagna pubblicitaria, questa volta appoggiandosi soprattutto ai cacciatori di foche e di balene, per raggiungere l'Antartide e verificare così la teoria di Symmes. Ebbe pure la fortuna di parlare alla Camera dei Deputati, dove cercò di insistere su concetti capaci di colpire il loro orgoglio e il loro patriottismo.
Influenzato dall'azione dei balenieri e da interessi commerciali, il Congresso approvò la tanta attesa spedizione, stanziando l'enorme cifra di 300.000 dollari. Dopo circa due anni fu incaricato il tenente di vascello Charles Wilkes per portare a compimento la spedizione che si poteva avvalere anche dell'aiuto di un gruppo di 12 scienziati. Le ricerche, condotte dall'equipaggio della nave ammiraglia Vincennes, durarono circa quattro anni ma, pur avendo fatto alcune importanti scoperte, non si riuscì a dimostrare la fondatezza delle teorie di J.C. Symmes.
Sembrava che oramai non ci fosse più nulla da fare per avallare una teoria così stravagante ed incredibile e che ci fosse pochissimo spazio per allontanare il limite dell'ignoto. Seppure abbandonata ogni velleità di trovare questo nuovo continente, situato all'interno della Terra, si assisterà ad un incremento delle attività marinare sia al polo sud sia al polo nord, per interessi puramente commerciali. Contemporaneamente molti scrittori si espressero con una letteratura fantastica che apporterà un notevole contributo alla ricerca di quella parte di superficie terrestre non ancora conosciuta, di là dai ghiacci, che darà oltretutto uno stimolo notevole a molti esploratori coraggiosi e tenaci.
Le congetture sulla Terra cava non finirono; anzi alcune di queste furono portate ad un livello estremo d'astrusità, tanto da diventare persino una religione.
Tra queste è da ricordare la teoria di Cyrus Teed (1839-1908), che si trasformerà nella nuova religione di Koresh (nome ebraico di Cyrus). Egli istituì il "World's College of Life" a Chicago e cominciò a pubblicare il periodico "The Flaming Sword".
Nel 1894 Koresh si trasferì in Florida dove fondò la comunità "Koreshan Unity" (circa 250 persone) che continuò a sopravvivere anche dopo la morte del loro capo e cioè fino al 1982, quando l'ultimo dei seguaci morì.
Cyrus "Koresh" Teed fu sepolto in un enorme mausoleo controllato a vista giorno e notte, finché la tomba fu spazzata via nel 1921 da un tremendo uragano.
Cyrus Teed espose le sue idee in un libro dal titolo "The Cellular Cosmogony, or, The Earth a Concave Sphere", rovesciando completamente le varie teorie fino allora proposte. Egli era convinto che gli uomini terrestri vivessero sulla superficie interna del pianeta, appunto superficie concava al di fuori della quale c'era soltanto il vuoto.
Un sole, collocato al centro della sfera, era per metà illuminato e per metà oscuro e nella sua rotazione dava il ritmo del giorno e della notte. C'erano poi altre astruse congetture che nel loro insieme avevano una logica corretta.
Nessuno mai ha provato a contestare tale teoria, tanto che il nazismo, tramite l'aviatore Peter Bender, il quale pubblicizzava in Germania negli anni trenta la religione di Koresh, prese sul serio l'idea di un pianeta concavo.
Nel 1942 lo scienziato Heinz Fisher, esperto di radiazioni infrarosse, guidò un gruppo di scienziati nell'isola di Rugen nel tentativo di fotografare la flotta britannica attraverso l'interno vuoto della Terra. Fu una spedizione segreta, come lo furono altre spedizioni naziste nel Tibet, nella Mongolia e nell'Antartide alla ricerca della saggezza ultraterrena.
In Germania c'erano in quel periodo società segrete come la Società Vril e la Società Thule, cui hanno aderito personalità di spicco del regime nazista e probabilmente lo stesso Hitler, con le quali si voleva prendere contatto con ogni razza superiore esistente nella speranza di capirne i segreti.
Attualmente la conoscenza sulla Terra cava è propagandata soprattutto da alcune organizzazioni negli Stati Uniti e mi riferisco alla "The Hollow Earth Insider" con sede a Yulee in Florida e la "International Society for a Complete Earth" con sede a Felton (California), per portare a termine una divulgazione naturalmente scientifica sul pianeta Terra.
Infine in Brasile il medium Triguerinho Netto diffonde una decina di libri sull'argomento da oltre un ventennio, asserendo l'esistenza di ERKS, un mondo interno abitato da esseri superiori molto spirituali e presieduto dall'extraterrestre Ashtar Sheran e dal Guru Amuna Kur, reincarnazione del mistico Sanat Kumara.
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