VENGONO SVELATI ALCUNI SEGRETI
Dopo la presentazione della corsa ufficiale per la conquista della Luna, cerchiamo di scoprire i retroscena e naturalmente i vari progetti rimasti segreti per moltissimi anni. Per questo analizzeremo dettagli assai interessanti, giacché rappresentano una buona soluzione per chiarire i presunti segreti di stato.
LA GUERRA FREDDA
L’Astronautica o Cosmonautica è l’insieme degli studi teorici e delle tecniche necessari alla costruzione, messa in orbita, eventuale discesa su un altro corpo celeste e rientro sulla Terra di un veicolo adatto a muoversi nello spazio con o senza equipaggio. Il suo sviluppo si è concretizzato con la seconda guerra mondiale e soprattutto si è consolidato con la "guerra fredda", situazione politica che ha rappresentato il fulcro dell’epoca successiva al conflitto.
Ci sono state delle grosse incomprensioni che hanno spinto le nazioni come l’USA e l’URSS verso un’incredibile guerra. A peggiorare la situazione si è aggiunto il monopolio della bomba atomica da parte degli USA, che ha messo in risalto il suo ruolo imperialistico e che ha procurato una frattura irreversibile nei rapporti tra le due potenze per alcuni decenni.
Quali sono state le conseguenze per l’astronautica?
Lo facciamo raccontare intanto al generale russo Vladimir Ivanov, le cui dichiarazioni sono apparse anche sulla rivista "Scienza & Vita":
«Il lancio dello Sputnik, avvenuto nel 1957 con l’ausilio del primo razzo balistico intercontinentale R7, entusiasmò il mondo. Non per tutti i responsabili dell’armamento sovietico fu un evento da festeggiare: i missili balistici, infatti, determinarono inesorabilmente la fine degli altri programmi sulle armi strategiche.
Per meglio comprendere l’importanza dell’evento, è necessario ricordare il clima politico dell’epoca.
Il 20 Agosto 1945, appena conclusa la seconda guerra mondiale, Stalin aveva creato, in seno al Comitato di Stato per la Difesa, un sottocomitato per le armi nucleari, affidandolo alla direzione politica di Lavrenti Beria, potente capo del NKVD (il servizio segreto sovietico antenato del KGB), e a quella scientifica del giovane fisico Igor Kurchatov.
Quattro anni dopo gli USA, il 29 Agosto 1949, i sovietici fecero esplodere la loro prima bomba atomica a Semipalatinsk, in Kazakstan, ordigno la cui costruzione fu possibile anche grazie alle informazioni della spia Klaus Fuchs.
Mentre l’Unione Sovietica tentava di mettersi in pari con le tecnologie nucleari occidentali, gli Stati Uniti cominciavano a disseminare nel mondo le loro installazioni militari, letteralmente accerchiando Stalin.
Non solo: l’Amministrazione statunitense, guidata dal nuovo presidente Harry Truman, aveva messo in cantiere il progetto della bomba all’idrogeno, un ordigno enormemente più distruttivo di quello che aveva raso al suolo Hiroshima e Nagasaki e che venne fatto esplodere per la prima volta l’1 Novembre 1952.
I sovietici, dal canto loro, non stavano certo a guardare: in un solo anno raggiunsero gli avversari statunitensi, riuscendo a far esplodere la loro prima bomba H nell’agosto 1953, qualche mese dopo la morte di Stalin.
Il giovane e brillante fisico nucleare Andrej Sacharov, che aveva preso parte alla costruzione della bomba, riassunse con queste parole lo spirito dell’epoca: "Ho investito tutte le mie energie in questo progetto perché lo ritengo necessario all’equilibrio della pace. Penso, e non sono il solo, che grazie alla bomba possiamo evitare una terza guerra mondiale."
Disporre della bomba H costituiva per l’Unione Sovietica una grande vittoria politica e diplomatica sugli Stati Uniti, ma per ottenere la definitiva consacrazione di potenza nucleare i russi dovevano anche dimostrare di avere i mezzi necessari per poterla lanciare su Washington o New York. Tuttavia, poiché i sovietici all’epoca non disponevano di basi militari strategiche, non rimaneva loro altra soluzione che lavorare sulla progettazione e l’evoluzione di missili a lunga gittata.
Dal 1946 le ricerche presero quindi due direzioni: la tecnologia missilistica e quella aeronautica.
In quel periodo, gli ingegneri aeronautici Andrej Tupolev e Vladimir Myasischev avevano appena messo a punto aerei bombardieri a lunga percorrenza, capaci di raggiungere gli USA decollando dall’URSS senza scalo, ma che non erano in grado di rientrare alla base a causa dell’impossibilità di montare serbatoi di carburante sufficientemente capienti da consentire un tale viaggio. Per la bomba H, quindi, occorreva percorrere altre strade.
L’ingegnere missilistico Sergej Korolev era invece impegnato a migliorare le performance dei V1 e V2, aggiungendo loro un paio d’ali per permetterne la planata e allungare, di conseguenza, la gittata. Ma la distanza massima percorsa da questi missili fu di 1.300 Km: certamente insufficiente.
Nel 1952 i matematici Mstislav Keldish e Sergej Khristianovich, membri dell’Accademia delle Scienze, impegnati nei calcoli strutturali per la tecnologia missilistica e atomica, inviarono a Stalin una lettera in cui proponevano la realizzazione di un missile intercontinentale capace di percorrere a 3000 Km l’ora, gli 8000 Km che separano l’Unione Sovietica dagli Stati Uniti.
Il 20 Marzo 1954 il governo sovietico approvò il progetto e nominò tre responsabili. I due costruttori aeronautici, Semyon Lavochkin e Vladimir Myasischev, erano stati incaricati della realizzazione di due missili intercontinentali: uno leggero, il Burya (tempesta), l’altro più massiccio, il Bourane (tempesta di neve). Il terzo era Sergej Korolev, con l’incarico di mettere a punto il razzo R7, lo stesso che tre anni più tardi lanciò lo "Sputnik1".
I missili dovevano essere in grado di portare un peso variabile dalle 2,5 alle 5 tonnellate: l’equivalente di una carica nucleare. Contemporaneamente, anche negli Stati Uniti gli scienziati si ponevano il problema della gittata degli ordigni.
Così, sotto l’impulso di due intraprendenti ingegneri, William Bollay e Dale Myers (che rivestì in seguito una carica importante nel "Progetto Apollo"), la società "North American Aviation", in California, varò il progetto del missile "Navaho", capace di trasportare una carica di 7,5 tonnellate a più di 10.000 Km di distanza, viaggiando 2,75 volte più veloce del suono.
In URSS, intanto, Myasischev decideva di riprendere in considerazione il Sorokovka, un prototipo di missile studiato due anni prima da Korolev. L’idea era di collocare il missile da crociera sopra un razzo che faceva da propulsore.
Mentre Korolev aveva pensato di utilizzare un solo razzo, Myasischev ne sistemò attorno al Sorokovka ben quattro, uniti tra loro come un mazzo d’asparagi.
L’ufficio di costruzioni di Mikhail Bondarciuk ebbe l’incarico di preparare il reattore del missile da crociera, mentre l’ingegner Valentin Gluchko, grande esperto di motori a reazione, si occupò dei propulsori dei razzi vettori.
Alla fine, però, questo prototipo non resse il confronto con il missile Burya, progettato da Lavochkin, tecnologicamente più all’avanguardia e in grado di portare una carica atomica due volte e mezza più pesante rispetto a quella trasportabile dal congegno di Myasischev.
In aeronautica Lavochkin non era uno sconosciuto, avendo acquisito notevole fama durante la seconda guerra mondiale grazie alla realizzazione del "La-5", il miglior aereo da caccia di quella generazione.
Abile ingegnere, fu lui a realizzare qualche anno più tardi il primo aereo russo in grado di superare il muro del suono e il primo missile terra-aria supersonico teleguidato. Dotato di gran cultura tecnico-scientifica, Lavochkin era conosciuto per la sua prestanza fisica e per il suo carattere tranquillo e tollerante e nell’ambiente aeronautico era considerato uno sperimentatore più che un costruttore.
Lavochkin analizzò a lungo il problema di come trasportare la carica nucleare oltre il continente e lo risolse progettando un missile alato che doveva volare a più di 25.000 metri ad una velocità di 3,6 volte più veloce del suono. Le caratteristiche tecniche di un simile congegno, capace di percorrere una grande distanza così velocemente e a tale altitudine, dovevano essere all’avanguardia.
E Burya aveva tutte le carte in regola, anche se, a prima vista, non aveva certo l’aspetto di un dominatore dei cieli... Il missile assomigliava un po’ ad un moderno "Shuttle", con un corpo centrale sui cui lati erano posti i due motori che garantivano una spinta di 68,4 tonnellate.
Secondo i calcoli di Lavochkin, il missile doveva pesare 100 tonnellate, di cui 33 destinate all’aereo e alla carica nucleare, sistemata sul muso.
Mstislav Keldish assunse la direzione scientifica del programma mentre Lavochine mantenne il controllo sulla produzione industriale, dato l’indiscusso talento nello scegliere i tecnici migliori per i progetti più complessi.
Gli specialisti lavoravano giorno e notte al progetto, testando continuamente i motori JRD S2 nella regione di Mosca.
Per ben tre volte, superata la velocità del suono, la temperatura del loro involucro superò i 400 gradi centigradi. Per ovviare a questo fenomeno, i tecnici si rivolsero ad utilizzare per la prima volta nella storia dell’aviazione un materiale nuovo: il titanio.
Alexej Milovanov, futuro direttore della società aerospaziale NPO Lavochkin, si occupò dei delicati problemi legati all’uso di questo materiale nuovissimo, in particolare a quelli connessi con la saldatura.
Un poligono di prova fu costruito nella steppa di Kapustin Yar, non lontano dal Mar Caspio. Il primo di settembre del 1957 fu eseguita la prima prova delle diciotto previste.
Sequenza di un lancio sperimentale del Burya dal cosmodromo di Kapustin Yar, conclusosi con una spaventosa esplosione.
Gli esperimenti si svolgevano di notte, poiché di giorno in quella regione la temperatura era troppo alta.
Quasi tutti i tentativi di rivelarono fallimentari: dopo un decollo verticale, a soli 18.000 metri Burya si metteva in rotta orizzontale, sganciando lo stadio inferiore e i razzi acceleratori.
Il 5 febbraio 1960 il Governo sovietico, il cui capo era Nikita Kruscev, decise di mettere la parola fine al programma sperimentale Burya. L’ultimo lancio avvenne il 16 Dicembre 1960 e proprio in quell’occasione il missile percorse ben 6.500 Km ad un’altezza compresa tra i 18.000 ed i 25.000 metri.
Sul finire del 1960, dunque, i sovietici disponevano di due vettori in grado di lanciare cariche termonucleari sugli Stati Uniti: il razzo "R7", che lanciò lo Sputnik, e il missile "Burya".
Kruscev, conscio dell’importanza politica degli sviluppi astronautici (si stava lavorando al progetto di una missione sulla Luna), decise di scegliere il razzo di Korolev e di abbandonare il progetto del missile da crociera.»
Qualcuno credette che i veri motivi dell’arresto del programma dovessero essere ricercati negli intrighi e nelle rivalità personali tra Korolev e i responsabili del Burya che facevano parte del settore aeronautico. Altri invece credettero che il programma fosse stato interrotto sia per motivi strategici (velivolo troppo lento), sia pratici giacché era più opportuno concentrare gli sforzi sui razzi. La causa vera però bisognava ricercarla lontana nel tempo e soprattutto nascondeva un gran mistero nascosto dal potere e Burya lo aveva evidenziato.
Il missile Burya: dal 1957 al 1960 furono compiute ben 18 prove di volo. Era lanciato verticalmente e i due acceleratori si sganciavano dopo 50 secondi dal decollo. Il missile poteva correggere la sua traiettoria in modo automatico, basandosi sulla posizione degli astri. Alcune caratteristiche tecniche: lunghezza 20 metri; diametro della carlinga 2,2 metri; altezza 6,6 metri; apertura alare 7,8 metri; massima distanza percorribile 6500 Km.
UN OGGETTO MISTERIOSO SORVOLA LA TERRA
Tratto dal libro: "Siragusa, l’annunciatore" di Victorino del Pozo
I protagonisti dell’avvistamento del Monte Palomar (USA) erano tranquilli. Era entrato da poco il turno di notte del 24 al 25 Aprile 1955.
Uno degli astronomi, durante il suo lavoro, vide una grossa luce che si muoveva da est ad ovest, descrivendo un’orbita molto vicina alla Terra. Patrick Landing chiamò eccitato un suo compagno:
- Guarda questo...!
William Mattwes osservò qualche secondo e disse:
- È identico alla traiettoria e alla forma dei satelliti che furono visti a 1.000 Km, approssimativamente tre anni fa...
- Possiamo calcolare la distanza e la sua velocità?
- Dobbiamo farlo se non sparisce prima di comunicarlo. In più a quest’ora è possibile che il sistema radar di White Sands lo abbia intercettato. Se non facciamo noi la comunicazione, ci assaliranno di domande. È meglio anticipare.
Osservarono per un po’ di tempo ed arrivarono alla conclusione che si muoveva con un’orbita vicina alla Terra di quasi 500 Km. Da est ad ovest, ad una velocità di crociera superiore a qualsiasi tipo d’apparato che fosse conosciuto negli Stati Uniti in quel momento. Patrick Landing lo comunicò al direttore dell’Osservatorio. Questi era già coricato e dovette sottostare per la seconda volta in tre anni ad un soprassalto professionale dovuto a luci sconosciute. Domandò a Landing se erano sicuri. Poi si alzò incamminandosi verso l’Osservatorio per accertarsi di persona. Da lì chiamò il Pentagono:
- Qui Monte Palomar, mi metta in comunicazione con il Capo della Sicurezza.
Aspettò qualche secondo ed aggiunse:
- È molto grave!
La voce dall’altra parte del filo gli disse:
- Che succede d’importante questa notte? È affondato l’Osservatorio?
- Quasi. Ricordi l’osservazione che realizzammo con i professori La Paz e Clyde Tombaugh?
- Non mi dire che sono ritornati.
- Abbiamo uno dei due corpi che si muove nella stessa direzione, ma in un’orbita molto vicina alla terra. Calcoliamo che è quasi a 500 Km. L’altro pare sia scomparso. Se questo continua ad avvicinarsi può essere grave.
- Bene. Continuate, osservate scrupolosamente l’oggetto. Vado a dare l’ordine perché si realizzi un’osservazione da altri punti per verificare così la vostra osservazione negli osservatori radar. Se l’oggetto continua su quest’orbita o si avvicina, avvisatemi immediatamente. Se rimane stazionario, ci riuniremo domani alle ore 9. OK?
Il Direttore dell’Osservatorio chiuse e continuò vigilando con tutta la sua équipe lo strano oggetto. Diede gli ordini precisi e si ritirò nel suo ufficio per confrontare i dati della prima osservazione con quell’attuale e preparare un dossier dettagliato per la riunione del giorno seguente.
ALLARME ALLA CASA BIANCA
La presenza di questo corpo "alieno" a solo 500 Km sopra la Terra, allarmò non soltanto i militari delle basi che avevano potuto intercettarlo con il radar, ma anche il Ministero della Difesa e il Pentagono.
Si era iniziato un programma d’occultamento e manipolazione sul tema dei dischi volanti in vigore dalla fine degli anni ’40.
La CIA era intervenuta in maniera efficace nella politica e nello sviluppo degli avvenimenti. Le commissioni investigatrici, le relazioni obiettive e le analisi di qualche scienziato erano state mantenute in sospeso o ritirate dai mezzi di comunicazione.
Truman se n’era andato e al suo posto c’era un militare: il generale Eisenhower.
La mattina del 25, dopo la riunione del personale di Monte Palomar con alte personalità del Pentagono, si passò un dossier allo stesso presidente degli Stati Uniti. Il generale Eisenhower lo lesse e come risposta convocò per quello stesso pomeriggio una riunione straordinaria con il "Comitato di Sicurezza Nazionale" degli Stati Uniti.
Alla riunione urgente assistevano, con l’incarico di assistenti specializzati, i professori La Paz e Tombaugh e in qualità d’informatori il direttore dell’Osservatorio di Monte Palomar e il capo della Base Missilistica di White Sands.
All’inizio il Direttore dell’Osservatorio riassunse così la situazione:
- Abbiamo nuovamente un corpo non identificato che gira attorno alla terra, in un’orbita prossima alla superficie di quasi 500 Km che segue la rotta est-ovest. L’osservazione coincide con quella di tre anni fa in vari aspetti: forma, luminosità. Direzione di giro, velocità... L’unica differenza consiste nella vicinanza alla Terra, e che uno dei due corpi osservati è sparito. La nostra conclusione definitiva è che non si tratta di meteoriti, come ha detto prima il professor Clyde Tombaugh, ma di satelliti di costruzione umana.
La conclusione sollevò un’ondata di commenti. Qualche militare incominciò a gridare, Eisenhower ascoltava in silenzio.
Assistevano alla riunione, come tecnici in astronautica, Werner Von Braun e Walter Doernberger che stavano lavorando ad un progetto di satelliti simili. Von Braun prese la parola e si diresse dal direttore dell’Osservatorio di Monte Palomar e disse:
- Può dirmi, confrontando con l’osservazione anteriore, le variazioni di velocità, forma, luminosità, condotta e diametro dell’orbita dell’oggetto in questione?
Il direttore dell’Osservatorio rispose:
- Nel tempo che è passato fra la prima osservazione e questa seconda, abbiamo osservato una distanza di 500 Km nella sua orbita rispetto alla terra. Ogni mese ha guadagnato qualche secondo nella sua velocità orbitale. Oggi possiamo aggiungere che realizza un giro completo del nostro pianeta in meno di un’ora. Data la sua vicinanza, ha cambiato enormemente la sua misura. Secondo i nostri calcoli, oggi ha un diametro di più di 10 Km. La sua forma apparente è sferica.
Ritornò a regnare un assoluto silenzio fra tutti i presenti. Doernberger passò una cartellina a Von Braun che disse:
- Gli scienziati che lavorano in Russia, Heinrich Grunov e Helmuth Goeltrup, stanno lavorando in un progetto simile al nostro, secondo le informazioni che possediamo. Ma non abbiamo notizie che abbiano lanciato alcun congegno di queste caratteristiche. In più possiamo aggiungere che le caratteristiche dell’oggetto osservato abbassa il nostro stato attuale di sviluppo astronautico.
Alla fine della concitata riunione, si raggiunsero due conclusioni: la prima di carattere tecnico e diceva questo: "Il corpo che gira attorno alla Terra e che è stato intercettato nuovamente da Monte Palomar, non è un meteorite ma può essere un satellite artificiale segreto lanciato dall’Unione Sovietica nello spazio". La seconda conclusione, di tipo politico e proposta da un gruppo ridotto di membri del Pentagono e della casa Bianca, era la seguente: "Si stabilirà un contatto con i dirigenti dell’URSS con la massima urgenza e s’inviterà le grandi potenze occidentali a questa riunione".
LA CONFERENZA DEL VERTICE DEL 1955 SU UN CORPO NON IDENTIFICATO
La prima settimana di Maggio del ’55, la Casa Bianca si mise in contatto con il Premier Britannico e il Presidente della Repubblica Francese. In questo contatto si fissarono i punti all’ordine del giorno che si sarebbero inclusi in una possibile conferenza al vertice, la quale si doveva celebrare con l’URSS alla massima velocità.
L’invito ufficiale delle tre potenze occidentali fu fatto recapitare all’URSS, nella persona del Capo di Stato Sovietico, il giorno 10 maggio 1955.
Contro ogni previsione, il Cremlino rispose con una rapidità e una sottomissione inusitata. L’Unione Sovietica dichiarava in questa risposta, avvenuta in solo quattro giorni e vale a dire il 14 Maggio, la sua disponibilità per la conferenza al vertice.
Quello stesso giorno l’Agenzia sovietica TASS divulgò un comunicato ufficiale che fu trasmesso dalla radio e trascritto da qualche periodico, che diceva così: "Il Governo ha approvato la creazione di un nuovo Comitato di Studio, incaricato esclusivamente della navigazione interplanetaria. Detto Comitato sarà presieduto dal fisico nucleare Kapitza".
La conoscenza di questo comunicato a Washington condusse la Casa Bianca e il Pentagono nella più assoluta perplessità.
Il comunicato aveva intenzione di dare un colpo pubblicitario prima della riunione al vertice o voleva giustificare la presenza del congegno ai mezzi di comunicazione per mezzo di un Comitato che canalizzava la documentazione non segreta?
Nell’incontro preliminare che ebbero a New York i Primi Ministri per preparare il vertice, il Premier Foster Dulles fu tutto amabilità ed elogi per i russi. Lo stesso Molotov, conosciuto negli ambienti politici per i suoi modi bruschi e la sua impenetrabilità, si dimostrò di una squisita correttezza diplomatica. Sorrise alla stampa, si lasciò mettere un cappello da cowboy e posò per i mezzi di comunicazione, facendo una faccia più allegra del consueto.
La conferenza si fissò, secondo quanto si seppe dopo per indiscrezioni diplomatiche, per il 18 Luglio 1955. Ebbe luogo in quella data, infatti, a Ginevra fra i quattro "grandi" premier: Kruscev, Eisenhower, Churchill e R. Coty. Il vertice durò quasi tre giorni completi.
Non si seppero i dettagli della discussione, ma si poterono sapere i punti fondamentali in sintesi.
Durante tutto il tempo che durò la riunione, si evitò con tutti i mezzi da parte delle potenze occidentali di menzionare le parole satellite, oggetto sconosciuto, etc... Le conversazioni si centrarono sul tema dell’investigazione astronomica e s’indirizzarono sul campo delle possibili investigazioni congiunte o parallele su questo terreno.
L’ultimo giorno del vertice, il generale Eisenhower diede un colpo strategico proprio del suo carattere militare. Propose apertamente alla parte contraria un testo che, in più, poteva servire da conclusione del vertice, se i sovietici l’appoggiavano e si associavano ad esso.
Il testo approssimativo era questo: "Gli Stati Uniti non possiedono nessuna conoscenza segreta o mantenuta nascosta al resto dell’umanità. Le basi, le fabbriche, le installazioni atomiche hanno come obiettivo lo sviluppo e l’evoluzione pacifica dell’umanità. Pertanto il Governo sarebbe disposto a permettere, da parte dei russi o una delle qualsiasi potenze che assistono al vertice, un riconoscimento fotografico aereo o visuale 'sul luogo', sempre se i russi avessero acconsentito ad essere oggetto di riconoscimento e controllo, con identiche condizioni per le potenze occidentali e per gli Stati Uniti."
Questa concessione da parte americana, minuziosamente premeditata e preparata, sperava di avere come contropartita un’informazione definitiva sull’implicazione diretta o no dell’URSS, sull’evento del satellite artificiale osservato.
Se i russi accettavano un’ispezione nel campo tradizionale d’investigazione aeronautica, atomica ed industriale, era conseguente dedurre che si permettevano di lavorare con un margine superiore di sicurezza avendo un satellite di ricognizione più avanzato che gli consentisse d’essere invulnerabile a questo tipo di ricognizione e mantenere di conseguenza il vantaggio nello spazio.
I russi non accettarono apertamente la proposta americana e promisero di studiarla dettagliatamente, considerandola di notevole interesse.
La Casa Bianca e il Pentagono non furono soddisfatti di questa risposta e nemmeno dei risultati raggiunti con il vertice, malgrado fossero tre contro uno nel momento di fare osservazioni, suggerire o proporre. Perciò gli Stati Uniti decisero di dare un altro colpo di strategia politica e diplomatica.
Una settimana più tardi, il presidente Eisenhower approvò la costruzione di un satellite artificiale che gravitasse ufficialmente intorno alla Terra.
Il comunicato di quest’importante decisione fu reso pubblico il 29 Luglio 1955 nella persona del segretario alla stampa della Casa Bianca, Jimmy Haggert. Il comunicato che fu dato alla stampa diceva così: "Il Presidente Eisenhower ha approvato la costruzione di un satellite artificiale che graviterà attorno alla Terra".
Il giorno seguente i russi resero di dominio pubblico un altro comunicato assolutamente inaspettato e sorprendente per la politica americana: "Gli uomini di scienza sovietica sono disposti a collaborare in un futuro immediato con i loro colleghi americani nell’investigazione aerospaziale".
In questo modo il gioco restò allo scoperto.
L’Osservatorio di Monte Palomar e quello di Leningrado (oggi San Pietroburgo) avevano osservato lo stesso oggetto e avevano concluso, come ipotesi di lavoro, che il satellite era artificiale e pertanto apparteneva alla potenza avversaria che era molto più avanti nell’investigazione spaziale.
Il doppio equivoco da parte dell’URSS e degli USA aveva promosso il vertice di Ginevra. Ma avendo scoperto mutuamente l’inganno, si propose, in tutta crudezza, la presenza di quell’enorme oggetto sconosciuto, grande più di 10 Km di diametro, che girava intorno alla Terra ad una velocità superiore ai 30.000 chilometri l’ora e che seguiva una traiettoria completamente matematica.
Se l’oggetto o satellite non era di fabbricazione terrestre, da dove veniva?
Chi erano coloro che l’avevano costruito?
Gli scienziati che da parte russa e americana studiavano il caso, si trovarono nella necessità di fare delle relazioni completamente inusuali, paradossali e allarmistiche: "L’oggetto continuava la sua traiettoria accelerando la sua velocità orbitale attorno alla Terra in un modo preciso e se la sua traiettoria non era controllata o fermata, esso poteva arrivare ad essere una minaccia grave".
Dinanzi alla psicosi creata dal satellite non identificato, tanto gli americani quanto i russi non ebbero che una via d’uscita: accelerare al massimo i programmi d’investigazione che avevano come oggetto quello di mettere in orbita terrestre satelliti artificiali.
In questo modo l’astronautica si sviluppò ed accelerò gli studi a causa d’avvistamenti d’eccezionale importanza di oggetti non identificati, mossi secondo principi intelligenti anche se d’origine sconosciuta.
La storia proseguì con l’accordo fra le due superpotenze per il lancio di missili fino ad un’altezza di 500 Km, recanti a bordo videocamere e teleobiettivi.
I risultati di quest’investigazione non lasciarono alcun dubbio: l’oggetto che orbitava intorno al nostro pianeta non era di fabbricazione terrestre.
Dinanzi a questi risultati i russi accelerarono talmente il programma spaziale fino al punto di squilibrare l’apparente armonia politica sull’investigazione dello spazio, creata per l’appunto nella riunione del Luglio 1955 fra Usa e URSS.
Quando gli scienziati delle due superpotenze ebbero la prova schiacciante o meglio la certezza fotografica sulla natura dell’oggetto sconosciuto di forma sferica, questo scomparve nel nulla senza lasciare traccia come del resto aveva fatto il suo compagno qualche anno prima. Ciò portò all’archiviazione di tutti i documenti prodotti e la storia fu taciuta all’opinione pubblica.
Risolto il problema, le due superpotenze continuarono con i loro programmi spaziali.
Come già descritto, l’URSS, durante l’Anno Geofisico Internazionale che durò dal 1 Luglio 1957 al 31 Dicembre 1958, inviò nello spazio il primo satellite terrestre: lo "Sputnik 1".
Iniziò così la spettacolare corsa alla conquista dello spazio che nascose molti misteri tra cui quello che tutti i satelliti, tutte le missioni spaziali e tutti i lanci dei vari missili saranno spiati, seguiti e manipolati da mezzi extraterrestri.
L’inconsueto messaggio che il grande satellite sconosciuto ha voluto dare all’umanità del pianeta Terra, con le sue caratteristiche impressionanti se paragonate agli oggetti spaziali studiati e realizzati dai terrestri, è stato uno dei grandi aiuti delle civiltà extraterrestri poiché voleva stimolare l’uso della ricerca spaziale per fini prettamente positivi e non quello di usare questi strumenti come mezzi di distruzione di massa come la politica della "guerra fredda" imponeva.
Ci invitava, inoltre, alla costruzione di un satellite-laboratorio, tipo "Phobos", capace di trasformare energia solare in energia elettrica e convogliare questa sul nostro pianeta in modo che tutti potessero usufruire dell’energia pulita, capace così di salvaguardare la Terra da una possibile autodistruzione.
Evidentemente non eravamo pronti a cambiare modo di vivere, giacché avrebbe portato la popolazione di tutto il pianeta alla fratellanza.
La storia segreta ci propone un altro avvenimento importante: nell’estate del 1960 un altro satellite d’origine sconosciuta ritornò a fare atto di presenza nello spazio esterno al nostro pianeta, intercettato e fotografato da numerose stazioni di controllo in tutto il mondo.
Il fatto coincise con il lancio orbitale del satellite americano "Echo1", avvenuto il 12 Agosto 1960.
L’aviazione non poté calcolare l’orbita esatta, però i dati approssimativi indicarono che l’oggetto si muoveva con un apogeo di 7.560 Km e un perigeo di 540 Km, seguendo sempre una traiettoria polare, mentre la traiettoria seguita dai satelliti russi e americani era prossima all’equatore.
Si seppe poi di altre caratteristiche:
- Il colore dell’oggetto variava dal rosso al giallo.
- Il suo movimento si poteva comparare con quello dei satelliti terrestri, ma era totalmente differente in quanto a traiettoria e distanza.
- La traiettoria dell’oggetto era sempre da Est ad Ovest.
- L’oggetto appariva solamente attorno all’ora in cui cominciava ad essere visibile il primo passaggio notturno dell’"Echo 1".
"Echo 1" fu lanciato il 12 Agosto 1960 su un’orbita circolare, a circa 1500 Km d’altezza. Era formato da una fibra poliestere sottile appena 1/10 di mm ed era ricoperto all’esterno da una superficie riflettente d’alluminio. Gonfiato in orbita grazie alla liberazione di piccole quantità di gas, che nel vuoto dello spazio si espandevano con molta efficacia, assunse la forma sferica con un diametro di 30 metri. Rimase in orbita per quasi otto anni.
"Echo 2", lanciato il 25 Gennaio 1964, aveva un diametro di circa 41 metri e fu il primo satellite ad essere impiegato, in collaborazione con l’Unione Sovietica, per esperimenti di riflessione delle onde radio. Rimase in orbita fino al Giugno del 1969.
Naturalmente queste sono notizie che sono state rese pubbliche in via ufficiale.
Tornando sulla misteriosa apparizione, qualche scienziato volle insinuare che l’oggetto in questione fosse il "Lunik 3" nella sua traiettoria di rientro dalla Luna, catturato dall’attrazione gravitazionale terrestre. Ciò fu categoricamente smentito dai controllori ufficiali.
Era evidente che si trattasse di un nuovo invito ai tecnici terrestri, ed ai politici delle due superpotenze, a seguire uno studio di fattibilità sui lanci in orbita polare, tecnica assai interessante che darà notevoli risultati, i più importanti dei quali verranno però mantenuti segreti.
I russi, come si sa, hanno sempre preferito la politica del "no comment", mentre gli americani insisteranno sulla politica del "top secret".
Risultato: i popoli hanno vissuto e vivono nella più assurda ignoranza.
Satellite americano "Echo 1", con diametro 30 metri, lanciato nello spazio il 12 Agosto 1960.
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